In Italia, l’urbanizzazione del territorio ha impermeabilizzato o compromesso, fino al 2015, circa 2,11 milioni di ettari: il 7% del territorio nazionale, pari a circa un sesto della superficie coltivata (SAU). Lo rivela il dossier di Legambiente “Suolo minacciato, ancora cemento oltre la crisi”, basato sui dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e diffuso in occasione della Giornata Mondiale della Terra, sabato 22 aprile.
Il dato pro capite italiano di consumo del suolo, 346 mq/abitante, è in linea con la media degli altri paesi europei.
Il tasso di crescita è leggermente al di sotto di 22.000 ettari all’anno (cioè 60 ettari al giorno).
Negli ultimi due anni si è rilevato un rallentamento, che appare ascrivibile alle particolari condizioni di crisi congiunturale del settore delle costruzioni. E’ presto però per affermare che il dato riscontrato nel biennio 2014-2015 (35 ettari/giorno) corrisponda a un cambiamento strutturale.
Per quanto riguarda la ripartizione territoriale, i territori maggiormente urbanizzati corrispondono al quadrante nord-ovest del Paese (8,6%), sebbene le dinamiche espansive più vivaci riguardino il nord-est e l’Italia centrale. Alla Lombardia compete il “record nazionale” di superfici urbanizzate, stimate al 12,8% del territorio.