Da quasi due anni vivo in Calabria, immerso nelle sfide quotidiane di una terra che
purtroppo, storicamente, non ha mai conosciuto la serenità. La realtà delle famiglie
meridionali in questa regione resta una delle più dure d’Italia. La Calabria è un angolo di Sud,
per molti, ironicamente o con amarezza, è anche il Sud del Sud, un luogo che racchiude in sé
la sofferenza storica e sociale del Mezzogiorno.
L’integrazione forzata del Meridione nel nuovo Regno d’Italia nel 1861, con la sua scia di
violenze, conflitti e disuguaglianze, non ha certo lasciato un ricordo positivo. La memoria di
quel periodo drammatico, segnato da leggi ingiuste (come la legge Pica del 15 agosto 1863
n. 1409) e da una repressione brutale ha plasmato l’anima di molti meridionalisti. Quella
memoria rivive oggi nei volti di molti calabresi che, senza prospettive, guardano al futuro con
rassegnazione.
Non pochi intellettuali, infatti, temono che l’attuale disagio sociale possa sfociare in
pericolose tensioni popolari, come accadde durante i moti di Reggio Calabria negli anni ’70,
un tristissimo ricordo passato che però al primo soffio di vento potrebbe riaccendere la brace
ancora ardente e viva, alimentando il dissenso la rivolta sociale.
In questi due anni, ho avuto modo di confrontarmi con la realtà dei giovani calabresi, in
particolare a Crotone e provincia, dove l’insoddisfazione è palpabile. La città, che detiene uno
dei redditi pro capite più bassi d’Italia, è vista dai suoi abitanti – soprattutto dai giovani –
come un luogo senza futuro. La solitudine, l’apatia e le promesse politiche mai mantenute
sono il pane quotidiano. La speranza sembra essersi spezzata, ma un gruppo di studenti ha
avuto il coraggio di denunciare questa realtà con un libro frutto di un’esperienza partecipata
di scrittura collettiva dal titolo provocatorio: Crotone: un sito di (dis)interesse nazionale.
Che fare allora?
In un contesto così difficile, l’ottimismo tra i giovani dovrebbe essere la forza trainante, ma la
speranza dovrà essere sostenuta da fatti concreti; proprio da Crotone deve partire una nuova
rinascita. La bonifica ambientale, la riparazione del danno ambientale. la rigenerazione dei
territori, la decontaminazione dei suoli e delle acque – tutti interventi fondamentali per
restituire un futuro ai calabresi – sono oggi più che mai necessari.
Il Sito di Interesse Nazionale (SIN), la vasta area inquinata da decenni di storica
industrializzazione chimica e metallurgica ora necessita di una bonifica urgente per
recuperare il terreno perso e restituire dignità a chi ci vive.
Il Popolo di Crotone, martoriato da un tasso di patologie tumorali molto alto, deve essere
messo in grado di potersi curare subito, in loco e con dignità.
Le prepotenza, la fame, la violenza, la criminalità, la malavita e l’indifferenza che storicamente
hanno caratterizzato questi luoghi nei decenni passati, stanno progressivamente perdendo
peso anche grazie ad un cambio di passo delle istituzioni, che applicando con fermezza il
diritto vigente, stanno finalmente riaffermando il valore della legalità e il primato della civiltà.
La Calabria, con Crotone in primis, ha tutte carte in regola, le condizioni generali e
presupposti politico-istituzionali per risorgere e vincere la più importante scommessa della
storia, insieme si può superare ogni criticità e disagio nel segno della coesione sociale.
Se i piani di bonifica e di risanamento ambientale riusciranno a superare l’impasse
burocratico, la Calabria avrà la possibilità di attrarre investimenti e dare vita a una nuova
economia. Con l’istituzione della Zona Economica Speciale (ZES) Unica del Mezzogiorno
(avvenuta con Decreto-Legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito in Legge n. 162 del 13
novembre 2023), la regione potrebbe finalmente vedere il suo potenziale risvegliarsi.
I fondi per il risanamento e lo sviluppo infrastrutturale potrebbero trasformare Crotone e il
resto della Calabria in un polo di attrazione per imprese nazionali e internazionali a beneficio
del PIL pro-capite e del benessere sociale.
Non mancano certo le risorse per una rinascita. Il mare, il sole, le risorse minerarie e
idroelettriche, e l’agricoltura di qualità sono risorse che la Calabria ha sempre avuto.
Purtroppo, queste ricchezze non sono mai state sfruttate pienamente.
Ora, però, con il giusto impegno e una visione lungimirante, la Calabria potrebbe diventare
un hub energetico strategico per l’Italia, grazie alle sue centrali idroelettriche, agli impianti di
energia rinnovabile e alle sue risorse minerarie.
Penso, ad esempio, a ciò che potrebbe avvenire all’indotto economico – sociale con
l’avvenuta bonifica della vasta Area Archeologica di Crotone; circa 80 ettari di storia, l’ “Antica
Kroton” restituita a turisti ed appassionati di archeologia.
E al conseguente sviluppo logistico – intermodale e turistico con l’ampliamento delle
infrastrutture portuali e retroportuali a partire da quelle che oggi appaiono abbandonate al
loro destino e degrado ambientale e vistosamente inutilizzate (area EX SASOL) e con il
potenziamento ed elettrificazione della rete ferroviaria Jonica tra Taranto e Reggio Calabria,
con il potenziamento del traffico aeroportuale, l’aumento della sicurezza della viabilità
primaria e secondaria sulla nuova SS 106, migliori connessioni stradali e una moderna
Logistica Intermodale Sostenibile di supporto.
Crotone è già un hub energetico di primaria importanza, fondamentale e a costi di
approvvigionamento competitivi sul mercato delle energie rinnovabili.
Senza bisogno di ricordare che le risorse idriche del fiume Esaro, che bagnano Crotone e
parte della Provincia di Pitagora, assicurano la produzione agricola, vitivinicola e
agroalimentare di pregio nazionale e internazionale.
Io credo fermamente negli uomini e donne calabresi, negli amministratori pubblici e nei
rappresentanti eletti dal popolo di Calabria, senza distinzione alcuna di ideologia politica e
partitica.
In Calabria e a Crotone soprattutto, come ho avuto già modo di rappresentare, c’è un
rinnovato interesse dello Stato e queste tante attenzioni del Governo, insieme ai segnali
positivi di crescita delle infrastrutture portuali e territoriali, porteranno benefici economici e
sociali.
Oggi ci giochiamo il futuro di Crotone, a patto che tutte le iniziative a favore della collettività
prevalgano sugli interessi individuali e personali grazie alla creatività, l’ingegno e il rispetto
della legalità proprie di quella che io amo definire “Calabresità”.
Crotone vincerà solo con la cooperazione e coesione sociale, consentendo ai giovani di
studiare e vivere con pari diritti e doveri, nel territorio dove sono nati e cresciuti da
Meridionalisti d’Italia in Calabria!
(Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, studioso di Diritto Internazionale dell’Ambiente;
docente universitario di “Diritto Internazionale e del Mare” e di “Management delle Attività
Portuali” presso l’Università della Tuscia ricopre attualmente il ruolo di Commissario
Straordinario delegato di Governo del SIN di Crotone-Cassano allo Ionio e Cerchiara di
Calabria)