Cresce la possibilità di un ritorno già quest’anno di El Nino, il fenomeno naturale che consiste nel riscaldamento della superficie del Pacifico tropicale e che nel 2015 e 2016 è stato particolarmente intenso, dando un contributo all’aumento della temperatura del globo. L’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) delle Nazioni Unite nei giorni scorsi ha corretto il tiro rispetto a stime precedenti: ad oggi, annuncia sul suo sito, c’è il 50-60% di probabilità che El Nino si verifichi di nuovo nella seconda metà del 2017. A febbraio la stima era del 35-40%.
I modelli climatici, spiega l’Omm, indicano che condizioni neutre persisteranno fino a giugno 2017 e che il successivo sviluppo di un El Nino durante la seconda metà dell’anno è “più probabile” del perdurare di condizioni di neutralità. Invece è “molto improbabile” il verificarsi della Nina, il fenomeno opposto che raffredda le acque superficiali del Pacifico. L’Omm inoltre osserva che le temperature della superficie del Pacifico tropicale dell’estremo Oriente nei mesi di febbraio e marzo sono già aumentate fino a 2 gradi centigradi e oltre la media, dando luogo a forti precipitazioni e a un crollo degli alisei dalle Galapagos alle coste di Ecuador e Perù. Si tratta di un fenomeno distinto da El Nino, sottolinea l’Omm, ma con effetti ugualmente intensi sulle zone interessate.
Il ciclo di El Nino che si è verificato nel 2015 e 2016 è stato tra i più devastanti degli ultimi decenni. Ha portato alluvioni in Cile, Perù, Bolivia; siccità in Indonesia, Australia, Africa meridionale e Corno d’Africa. Secondo l’Onu, ha creato problemi di sicurezza alimentare per 60 milioni di persone.