– E’ urgente che governi e organizzazioni non statali si mobilitino ed aumentino le loro ambizioni per garantire il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni di gas serra ed il loro impatto sul clima. Lo afferma un rapporto dell’Onu, pubblicato in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in programma a Bonn dal 6 al 17 novembre.
Il rapporto reso noto oggi dall’Unep (l’agenzia delle Nazioni Unite per l’ambiente) osserva che gli impegni nazionali consentiranno solo un terzo della riduzione delle emissioni necessaria entro il 2030 per soddisfare gli obiettivi climatici ed aggiunge che l’azione a livello sub-nazionale e del settore privato non cresce al ritmo che potrebbe contribuire a colmare questo “divario preoccupante”.
L’accordo di Parigi persegue l’obiettivo di limitare al di sotto dei 2 gradi Celsius il riscaldamento medio globale rispetto al periodo preindustriale, con un obiettivo ambizioso di 1,5 gradi Celsius. Lo scopo è di ridurre la probabilità di impatti climatici devastati, ricorda l’Onu. Ma per come stanno le cose – ammonisce – anche in caso di piena attuazione dei contributi nazionali appare probabile un aumento della temperatura di almeno 3 gradi Celsius entro il 2100: “I governi devono fornire impegni molto più forti quando questi saranno rivisti nel 2020”.
Inoltre se gli Usa dovessero dar seguito alla loro intenzione di abbandonare l’Accordo di Parigi nel 2020, il quadro potrebbe essere ancora più tetro, osserva l’Unep. Il rapporto indica tuttavia anche possibili piste per ridurre le emissioni, in particolare tramite interventi nei settori di agricoltura, edilizia, energia, silvicoltura, industria e trasporti.
Investimenti tecnologici in questi settori – con meno di 100 dollari per ogni tonnellata di CO2 evitata – potrebbero far risparmiare fino a 36 GT CO2e (tonnellate di biossido di carbonio equivalente) l’anno entro il 2030. Anche un’azione decisiva sugli idrofluorocarburi ed altri inquinanti climatici di breve durata potrebbe fornire un vero contributo. “Un anno dopo l’entrata in vigore dell’accordo di Parigi siamo ancora in una situazione in cui non stiamo facendo abbastanza per salvare centinaia di milioni di persone da un futuro terribile”, ha detto Erik Solheim, direttore dell’Unep. “E’ inaccettabile”, ha aggiunto spronando all’azione.
Wwf, alla Cop23 definire applicazione accordo Parigi
“E’ indispensabile che gli Stati definiscano le linee guida per l’implementazione dell’accordo per far si’ che sia effettivo a partire dal 2020”. Così il Wwf – nel corso di un press briefing – parla di quello che sarebbe necessario avvenisse alla prossima Conferenza delle parti (Cop23), il vertice mondiale delle Nazioni Unte sui cambiamenti climatici che si apre a Bonn la prossima settimana (dal 6 al 17 novembre), e che propone sul tavolo le questioni chiave dell’accordo di Parigi e gli strumenti per limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi di aumento medio della temperatura del Pianeta. Secondo il Wwf la Cop23 deve “anche lanciare un processo per incoraggiare i governi nazionali a aumentare l’ambizione dei propri obiettivi nazionali a partire dal 2020”. Inoltre “ci sarà anche una forte attenzione sulle azioni messe in campo” da imprese e città, soprattutto sul ‘come’ integrarle di più negli impegni nazionali e internazionali.