Nei rifiuti organici raccolti in Italia con la differenziata, quasi il 5% è plastica. Il 44% dei sacchetti usati per l’umido sono di plastica tradizionale, invece che compostabile. Lo rivela un monitoraggio del Consorzio Italiano Compostatori (CIC), presentato a un convegno sulla gestione dei rifiuti a Kassel, in Austria.
Il CIC ha presentato i risultati delle 45 analisi effettuate su 27 impianti (15 di compostaggio, 12 di digestione anaerobica e compostaggio) nell’ambito del progetto “Di che plastica 6”, svolto in collaborazione con Assobioplastiche, CONAI e COREPLA.
I monitoraggi effettuati dal CIC hanno rivelato che la contaminazione della frazione organica raccolta in Italia ammonta al 4,9%. Si tratta primariamente di plastica non compostabile. Il 44% dei sacchetti usati per raccogliere i rifiuti umidi sono ancora in plastica tradizionale.
Situazioni analoghe si registrano anche in altri paesi europei, come Germania, Svizzera e Austria. In quest’ultimo paese, il locale consorzio dei compostatori, il KBVO, ha lanciato una campagna per la promulgazione di una legge sul divieto di commercializzazione degli shopper monouso e dei sacchi per frutta e verdura di plastica non compostabile. Questo divieto è già stato introdotto in Italia ed in Francia e dal 2020 anche in Spagna.
Rifiuti, quasi 5% plastica nell’organico raccolto in Italia
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