Ogni anno vanno persi quasi 9 litri di pioggia su 10. Eppure l’Italia resta un paese piovoso, con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali, se ne trattiene solo l’11%.
Lo fa sapere la Coldiretti in occasione dell’Assemblea nazionale, con un focus dedicato alla eccezionale situazione di crisi idrica.
“E’ necessario passare dalla gestione dell’emergenza ad una nuova cultura della prevenzione”, ha detto il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo all’Assemblea, “siamo costretti ad affrontare una grave emergenza perché è mancata la programmazione, in un Paese ricco di acqua, ma che deve fare i conti con cambiamenti climatici in atto”.
Ad imporre tempestivi interventi strutturali sono l’aumento delle temperature estive, gli sfasamenti stagionali, ma soprattutto la nuova distribuzione delle piogge e l’aumento della loro intensità.
“Appare difficile continuare a parlare della tropicalizzazione del clima come di un evento eccezionale da gestire in situazioni di emergenza – conclude Moncalvo -. Se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi; occorrono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini aziendali e utilizzando anche le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere l’acqua piovana”.