Cari cittadini calabresi,
mi rivolgo a voi da orgoglioso calabrese, come Commissario Straordinario di Governo per il SIN
di Crotone, come uomo dello Stato, come servitore delle istituzioni pubbliche, sempre fedele
ai principi fondanti del nostro ordinamento.
In un contesto in cui per tanto tempo si è atteso, discusso, rinviato, il 3 aprile 2025 scorso ho
ritenuto doveroso intervenire con una ordinanza dettagliata – (reperibile al seguente link:
https://www.sincrotonecassanocerchiara.it/ordinanze/)– sulla bonifica di un sito che, non
certo a caso, è inquadrato come sito di INTERESSE NAZIONALE.
L’interesse nazionale è ciò che serve a proteggere e far crescere il benessere, la sicurezza, la
libertà e l’identità di un Paese e dei suoi cittadini. Sono argomenti importanti che uno Stato
deve difendere o realizzare per garantire il futuro della propria comunità.
Emanare l’ordinanza n. 1/2025 è stata una scelta dettata dall’urgenza e dalla responsabilità
che il mio ruolo comporta. Quando i fatti diventano chiari, le decisioni – benché richiedano
un giusto tempo tecnico di analisi e ponderazione – non possono essere rimandate.
Crotone attende da decenni una bonifica. I cittadini attendono risposte ed è a voi che questa
ordinanza parla indirettamente. Certo, lo fa con un linguaggio doverosamente burocratico, ma
con la concretezza che i tempi esigono.
Ho sempre nutrito profondo rispetto istituzionale per la buona politica e per le
amministrazioni territoriali che si muovono quotidianamente tra problematiche sociali di
ogni genere, vincoli molto complessi, risorse contenute e spesso insufficienti, nel tentativo – il
più delle volte autentico e sincero – di operare per il bene comune. Ragione per la quale, sin
dall’inizio del mio mandato, mai mi sono sottratto a interventi pubblici in ogni sede
possibile (Consiglio Regionale, in Consiglio Comunale, in confronti con associazioni, comitati
e sindacati). Ma la dialettica politica, le divergenze di vedute, le logiche di schieramento
partitico, la ricerca di equilibri possono rallentare processi vitali. E quando la salute collettiva
è in gioco ogni prolungata esitazione ha un costo.
In un processo complesso, molto risalente nel tempo e particolarmente delicato come quello
della bonifica del SIN di Crotone, credo sia poco utile – e potenzialmente dannoso – impostare
il dibattito pubblico sullo scontro istituzionale o parlare di “collettività vittima dell’Ordinanza”.
Questa narrazione a mio avviso alimenta tensioni e, al tempo stesso, allontana i cittadini
dalla comprensione della realtà.
Non siamo di fronte a blocchi contrapposti che si fronteggiano, ma a una sfida collettiva che
richiede cooperazione. I soggetti coinvolti nella bonifica devono muoversi con responsabilità
precise in mezzo a quadri regolatori internazionali, europei e nazionali molto articolati,
strumenti tecnici, soggetti privati e pubblici chiamati a rispondere a norme, a obblighi e
scadenze.
Sarò il primo a battermi affinché la cittadinanza possa esercitare, nel rispetto della legalità, il
proprio diritto a esprimere opinioni e preoccupazioni, e perché no, un civile e democratico
dissenso. Ma sarò anche il primo a battersi affinché si evitino le semplificazioni. La verità, in
vicende complesse come questa, non può e non deve essere ingabbiata in narrazioni
ridotte e sintetizzate per slogan.
È invece fondamentale che si affermi con forza la cultura dell’approfondimento,
dell’informazione, del confronto costruttivo, istituzionale, trasparente. Perché solo in
questo modo i cittadini possono davvero comprendere, valutare e – se lo ritengono – criticare
ma sulla base di elementi reali, e non di rappresentazioni che alimentano sfiducia.
L’ordinanza commissariale stabilisce una linea operativa fondata su fatti concreti:
- l’unica discarica italiana autorizzata dalla Regione Calabria, attrezzata e sottoposta
periodicamente a controlli per ricevere rifiuti pericolosi è a Crotone. - Regione, Provincia e Comune hanno deciso che i rifiuti pericolosi del SIN di Crotone
devono essere smaltiti inderogabilmente fuori dalla Calabria, proprio dove è possibile farlo
in sicurezza. - La discarica di Crotone, tuttavia, riceve da altri luoghi della Calabria stessa e da altre
regioni italiane tutti i giorni tonnellate di rifiuti pericolosi come quelli del SIN di
Crotone.
Cari cittadini, questi fatti non sono in linea con il diritto. E io sono stato nominato per decidere
secondo i dettami del diritto. Ecco perché ho deciso nel solco della legalità, dell’equilibrio e
del rispetto delle norme in vigore. Il mio compito istituzionale è quello di accelerare,
promuovere e coordinare un processo di bonifica che, a Crotone, Cassano e Cerchiara, è
atteso da troppo tempo.
C’è chi ha ricordato che non opero attraverso un mandato popolare. È vero! Ma ho un mandato
istituzionale chiaro. E quel mandato lo onorerò sino all’ultimo giorno con la stessa fedeltà con
cui, da appartenente alla Guardia di Finanza, ho giurato sulla Costituzione della Repubblica.
Non c’è firma più sentita, più convinta, di quella che ho apposto su questa ordinanza. Se questa
firma servirà ad evitare anche solo una malattia in più, o una vita spezzata, a causa degli agenti
inquinanti che infestano il nostro territorio, io sentirò di aver fatto il mio dovere.
A chi sostiene che spostare i rifiuti di pochi chilometri non risolva il problema, chiedo: è
davvero preferibile lasciarli accatastati a pochi passi dal mare, con il rischio concreto di
compromettere il deflusso dell’Esaro in caso di esondazione? Oppure è più sensato
trasferirli in un sito, autorizzato più volte dalla Regione Calabria, sottoposto a controlli
periodici e destinato proprio allo smaltimento in sicurezza?
L’ordinanza include, tra le misure straordinarie, anche la possibilità di ricorrere all’avvalimento
delle Forze Armate e delle Forze di Polizia. Sebbene questa opzione possa sembrare eccessiva,
non va interpretata come un gesto di forza. Non si tratta, e non si tratterà mai, di una
misura punitiva, bensì di una risorsa da attivare all’occorrenza come strumento di difesa e
protezione civile a supporto della collettività, quando questa chiede aiuto e lo merita. - Nel 2008, l’Esercito italiano fu chiamato a rimuovere la spazzatura che soffocava le strade di
- Napoli. Abbiamo visto uomini in divisa e mezzi specializzati dopo ogni terremoto (in Irpinia, in
- Umbria, in Abruzzo). Lo abbiamo visto recentemente nei giorni drammatici dell’alluvione in
- Emilia-Romagna o a Bergamo durante il primo picco del Covid.
- Senza dimenticare l’azione quotidiana nelle nostre strade e nelle nostre città di uomini e donne
- in divisa; lo Stato fa il proprio dovere, nel silenzio, con disciplina e umanità.
- Gli appartenenti alle Forze Armate e Forze di Polizia non sono mai “contro” i cittadini. Sono
- “con” i cittadini. Sono parte di questa comunità. Servono in certi momenti a costruire, a
- proteggere, a intervenire dove serve competenza, sacrificio, ordine.
- In certe emergenze – e quella ambientale di Crotone lo è a pieno titolo – non si può chiedere
- alla normalità di risolvere ciò che solo uno strumento straordinario può affrontare.
- Io sono qui per questo. Per assumermi questa responsabilità. Per affermare, senza arroganza
- e con la forza del diritto, che questa Calabria, la mia Calabria, merita fermezza.
- Sento, oggi più che mai che con me ci sono molti cittadini onesti. Le nuove generazioni. I volti
- di chi chiede giustizia, dignità, tutela. Agire non è dividere. Agire, per me, significa essere al
- servizio dello Stato.