Uova contaminate al Finopril, dunque pericolose per la salute, sono state scoperte durante un controllo ufficiale effettuato dal servizio veterinario di Lamezia Terme dell’Asp di Catanzaro, diretto dal dottore Giuseppe Caparello.
Il prodotto riporta il nome commerciale di “Uova Fresche Cat. A” del marchio Uova Rosse dell’Azienda Agricola Tomaino Rosina diSerrastretta. Il lotto di produzione ha invece il codice 3IT129CZ079 e marchio di identificazione dello stabilimento IT 079047.
Da quanto riferisce la stessa Asp il motivo del richiamo è appunto il “rischio grave per la salute dei consumatori per pericolo di tossicità acuta da Fipronil”, avendo registrato un superamento della dose acuta di riferimento di 0.72 mg/kg.
Dall’azienda sanitaria provinciale avvertono che le uova non devono essere consumate ma consegnate ai Servizi veterinari delle Asp competenti per territorio.
Sono 15 i Paesi europei che hanno ricevuto partite di uova contaminate con il Fipronil provenienti dal Belgio e dall’Olanda, un insetticida che l’Oms ha classificato come “moderatamente tossico” per l’uomo e il cui utilizzo è vietato in tutta l’Unione Europea sugli animali destinati all’alimentazione.
Si tratta di un insetticida che agisce contro pulci, zecche e parassiti spesso presenti nel pollame creando problemi al sistema nervoso dell’insetto che deve colpire. Ha un effetto ritardato: l’insetto, cioè, non muore subito ma resta in vita e va a contaminare la colonia di insetti da cui proviene, è una delle ragioni per cui il Fipronil è efficace.
Ad oggi non ci sono stati né morti né persone ricoverate in ospedale per il consumo di uova al Fipronil. Se si mangia un prodotto contaminato non succede nulla. Quello che può provocare effetti più gravi è il consumo continuativo di uova e prodotti derivati (come dolci, creme, pasta all’uovo, mayonese o carbonara) per circa una settimana o dieci giorni.
Negli uomini non c’è rischio di morte ma i sintomi, come ad esempio sonnolenza e reattività ridotta, non compaiono subito, possono passare alcune ore ma anche giorni, dipende dalle quantità ingerite e dal soggetto che le ingerisce.
Chi rischia di più sono i bambini, gli anziani e tutti quei soggetti che hanno già patologie ai reni oalla tiroide.