Sono gli attacchi informatici il pericolo principale per gli ospedali dal punto di vista del rischio clinico, insieme alle infezioni ospedaliere. E’ quanto è emerso dalla sessione sulla ‘Gestione integrata del rischio’ del Forum Management Sanità all’interno della Convention Fiaso oggi a Roma.
“Quando avvengono attacchi agli ospedali si può arrivare a chiudere le sale operatorie – ha spiegato Massimo Brunetti del Gruppo Integrità Fiaso -. E’ chiaro che il sistema sanitario si basa sempre di più sulle tecnologie e sul flusso di dati, ormai anche le tac e le risonanze viaggiano su file, un hacker può produrre danni importanti, e anche il paziente puó chiedere conto di una cattiva gestione della sicurezza. E’ importante che si attivino azioni di difesa, alcune aziende testano con società esterne l’efficacia dei propri sistemi, ma altre sono molto indietro sul tema”.
Un altro settore su cui lavorare, ha aggiunto Brunetti, è quello delle infezioni ospedaliere. “Questo è un problema molto grave in Italia, che registra un terzo dei casi europei – ha spiegato – e si allaccia all’uso eccessivo che facciamo degli antibiotici”.
Dal punto di vista strutturale invece, ha spiegato Daniela Pedrini, Presidente della Società italiana per l’Architettura e l’Ingegneria in Sanità, gli ospedali non sono messi così male come si tende a pensare. “E’ ovvio che ci sono situazioni diverse nel paese – ha sottolineato l’esperta – per cui alcune strutture magari molto vecchie non possono semplicemente essere messe a norma e andrebbero abbandonate, ma in generale la situazione è molto migliore rispetto a 10-20 anni fa”.
Attacchi hacker primo pericolo per gli ospedali
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