Ammonta a quattro milioni di euro l’importo complessivo di una maxi truffa all’Inps messa in atto da oltre una ventina di aziende agricole della Locride, 23 in tutto, che avrebbero dichiarato all’Istituto di previdenza sociale l’assunzione di ben 600 dipendenti cosiddetti “fantasma”.
Il meccanismo dell’imbroglio è più che ormai noto al pubblico così come, ovviamente, agli investigatori. Le società, in pratica, presentavano dei finti contratti d’affitto o di comodato di terreni di proprietà, però, di persone all’oscuro di tutto e, ovviamente, estranee alla truffa.
Parallelamente consegnavano all’Inps delle denunce trimestrali in cui si riportava l’assunzione fasulla degli operai, così da consentire a quest’ultimi di percepire, senza averne realmente diritto, le indennità di disoccupazione, di maternità, così come gli assegni del nucleo familiare e di maternità.
Una truffa bell’e buona, dunque, in cui si sarebbero certificate oltre 100 mila false giornate lavorative, costate alle casse dello Stato, in termini di indennità appunto, oltre 4 milioni.
Nel corso delle indagini le fiamme gialle hanno poi scoperto che alcuni di questi braccianti, nonostante dichiarassero un reddito modesto in realtà possedevano addirittura dei beni di lusso e degli immobili di valore.
Alla fine, così, sia per i rappresentanti legali delle aziende che per i 600 finti lavoratori è scattata inevitabilmente la denuncia per truffa aggravata; per gli imprenditori anche la falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.