Il gup Vincenzo Quaranta ha ammesso il Comune di Reggio Calabria tra le parti civili del processo sui presunti brogli alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale del settembre 2020.
Nella prima udienza preliminare, tenuta stamattina al Cedir, non è stata invece ammessa tra le parti civili l’Unione consumatori.
Il processo è nato da un’inchiesta condotta della Digos da cui è emerso che alle comunali del 2020 avrebbero votato un centinaio di anziani che in realtà non si erano mai recati al seggio. In alcuni casi si trattava di persone addirittura decedute. Secondo la Procura, i brogli sarebbero stati messi in atto grazie ai duplicati delle tessere elettorali ritirati negli uffici comunali da Castorina e dal suo entourage. L’ex capogruppo del Pd è accusato di essere stato “promotore, organizzatore e capo indiscusso” di un’associazione per delinquere finalizzata a “commettere più delitti in materia elettorale” finalizzati ad ottenere l’elezione in consiglio dello stesso Castorina. Quest’ultimo, stando all’accusa, avrebbe mantenuto “i rapporti con gli altri accoliti”, ai quali avrebbe dato “personalmente direttive in ordine al modus operandi da porre in essere per la materiale contraffazione dei registri e delle schede elettorali”. A Castorina vengono contestati vari episodi di corruzione.
La Procura guidata da Giovanni Bombardieri, aveva chiuso l’inchiesta lo scorso luglio quando ha notificato l’avviso agli indagati per i quali adesso è stato chiesto il processo. Oltre a vari presidenti di seggio, agli scrutatori e allo staff di Castorina, tra gli imputati c’è pure l’ex presidente del Consiglio comunale Demetrio Delfino, accusato, assieme al segretario dell’ufficio elettorale Antonio Covani, di abuso d’ufficio in relazione all’autonomina di Castorina a componente della commissione elettorale. (ANSA).