Provvedimento emesso su richiesta della Dda di Reggio Calabria
L’operazione Petrolmafie Spa, in cui erano confluite le risultanze delle indagini coordinate dalle Dda di Roma, Napoli, Reggio Calabria e Catanzaro, aveva portato a 56 arresti, 15 fermi ed al sequestro di beni per quasi un miliardo di euro.
Nel filone reggino, denominato “Andrea Doria” e condotto dal Gico del Nucleo di Polizia economico finanziaria con lo Scico erano stati emessi provvedimenti cautelari personali nei confronti di 23 soggetti, tra cui i 3 imprenditori. Si tratta dei fratelli Giovanni e Domenico Camastra, di Locri, rispettivamente di 59 e 52 anni, e di Antonio Casile, di 54 anni, di Reggio Calabria. Tutti e tre sono attualmente sotto processo.
L’operazione, secondo l’accusa, aveva svelato un articolato sistema di frode fiscale, realizzata nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l’Iva e le accise, nonché sull’impiego di false dichiarazioni di intento, istituto che consente di acquistare in regime di non imponibilità. L’associazione avrebbe gestito l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero dal deposito fiscale fino
ai distributori stradali finali, interponendo una serie di operatori economici – imprese “cartiera” di commercio di carburante, depositi commerciali e brokers locali – con lo scopo di evadere le imposte in modo sistematico. Le società “cartiere” sostenevano fraudolentemente, secondo l’accusa, di possedere tutti i requisiti per beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa, acquistando il prodotto petrolifero senza applicare l’Iva. Il prodotto, grazie a meri passaggi “cartolari” tra le società coinvolte, veniva poi ceduto a prezzi concorrenziali ad individuati clienti, ai danni degli imprenditori onesti. Infine, il sistema di ripulitura degli incassi sarebbe avvenuto anche tramite famiglie di ‘ndrangheta portatrici di interessi nel settore della distribuzione dei prodotti petroliferi.
Alla luce dei risultati di quella inchiesta, la Dda reggina guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri ha delegato il Gico del Nucleo Polizia economica finanziaria di Reggio Calabria a svolgere un’indagine di carattere economico-patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti dei 3 imprenditori, di misure di prevenzione personali e patrimoniali. Le indagini, svolte anche riprendendo i risultati di “Andrea Doria” avrebbe consentito di rilevare il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità degli imprenditori, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata.
Il sequestro ha riguardato l’intero compendio aziendale di 20 imprese – 3 delle quali con sede in Germania – attive prevalentemente nei settori del trasporto merci su strada, del commercio di prodotti petroliferi e del trattamento e
smaltimento di rifiuti non pericolosi, comprensivi anche di 50 terreni e 10 fabbricati, 86 tra automezzi ed autoveicoli, anche di lusso, oltre un milione di euro in denaro contante, nonché ulteriori disponibilità finanziarie.