Sette indagati per il crollo del campanile della chiesa dei Santi Pietro e Lorenzo di Accumoli (Rieti) in seguito al sisma del 24 agosto 2016. Tra questi anche l’attuale sindaco Stefano Petrucci, ma non l’allora Vescovo di Rieti, Mons. Delio Lucarelli, la cui posizione è stata archiviata. I sette rischiano il processo. A Petrucci la Procura di Rieti contesta l’abuso d’ufficio e l’omissione di atti d’ufficio. Il crollo della torre campanaria del 1200 investì un’abitazione, sfondandone il tetto e causando la morte di un’intera famiglia: padre, madre e due figli, uno dei quali di appena 8 mesi.
Lo stesso provvedimento, per i reati di disastro e omicidio colposo, è stato notificato anche al responsabile unico del progetto, l’architettoPier Luigi Cappelloni, collaudatore statico amministrativo dei medesimi lavori, all’architetto Mara Cerroni, ai progettisti e direttori dei lavori, l’ingegnere Alessandro Aniballi e l’architetto Angelo Angelucci, al geometra Giuseppe Renzi e all’ingegner Matteo Buzzi all’epoca dei lavori tecnico della Curia di Rieti.
Il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, e i pm Lorenzo Francia e Rocco Gustavo Maruotti, contestano agli indagati i reati di disastro e omicidio colposo, abuso d’ufficio e rifiuto di atti d’ufficio. I lavori, appaltati dalla Curia di Rieti dovevano servire a consolidare il campanile ma, secondo quanto ipotizza la Procura, di fatto non furono compiuti adeguatamente, né progettati né collaudati nonostante già all’indomani del sisma dell’Aquila del 2009 la Sovrintendenza avesse già segnalato un preoccupante ‘indebolimento strutturale’.
E’ in dirittura d’arrivo anche una seconda inchiesta che riguarda il crollo dell’adiacente Chiesa dei Santi Pietro e Lorenzo che però, a differenza del campanile, non causò vittime. Lo stralcio, secondo quanto ha appreso l’ANSA da fonti giudiziarie, riguarderebbe le posizioni di altri 7 indagati.