La Corte d’Appello civile di Milano ha confermato “integralmente” la condanna inflitta a Facebook per violazione del diritto d’autore e concorrenza sleale nei confronti della società dell’hinterland milanese Business Competence. Il collegio, presieduto da Amedeo Santosuosso, ha rigettato il ricorso del colosso dei social network sulla vicenda con al centro la app Faround creata dall’azienda italiana che, come aveva concluso il Tribunale, sarebbe stata ‘copiata’ dalla società di Mark Zuckerberg con la app Nearby.
Il collegio della Sezione specializzata in materia d’impresa, presieduto dal giudice Amedeo Santosuosso, ha respinto il ricorso proposto dal colosso californiano contro il verdetto di primo grado. I giudici di secondo grado hanno anche stabilito che Facebook dovrà versare 1750 euro di spese processuali alla ‘software house’ Business Competence. La vicenda giudiziaria ha visto al centro la app ‘Faround’ creata dall’azienda italiana e che, come aveva concluso il Tribunale nel 2016 – sempre la Sezione specializzata in materia di impresa – sarebbe stata ‘copiata’ dalla società di Mark Zuckerberg con la sua app ‘Nearby’ (l’applicazione che individua dove una persona si trova, i suoi gusti e in base a questi anche i ristoranti o i bar vicini e così via).
Alla fine del 2016 i giudici, nella fase cautelare del procedimento, avevano anche respinto la richiesta di Facebook di sospendere l’esecutività della sentenza di primo grado. Oggi è arrivata la conferma del verdetto nel merito di primo grado. Intanto, è ancora in corso (con udienza fissata per domani) davanti al giudice civile Silvia Giani il giudizio di primo grado relativo alla quantificazione del danno che avrebbe subito Business Competence dalle violazioni contestate al colosso dei social.