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Figlie Caccia,non ancora giustizia piena

Redazione

“Questa sentenza è giusta, ma speriamo che non finisca qui. Ci sono ancora tanti aspetti da indagare e pezzi di verità da aggiungere”. E’ il commento di Paola e Cristina Caccia, figlie del procuratore Bruno Caccia, ucciso nel 1983 a Torino, dopo il verdetto di oggi della Corte d’Assise di Milano che ha condannato Rocco Schirripa all’ergastolo per l’omicidio del magistrato. Le figlie di Caccia, il cui legale di parte civile Fabio Repici si è spesso scontrato anche con la stessa Procura, hanno sottolineato che “non è ancora stata fatta completamente giustizia”. Secondo le due donne, il movente dell’omicidio “è ancora generico” e “non è ancora chiaro che ruolo abbia avuto Schirripa” nel gruppo di fuoco. “Avevamo indicato degli indizi per una pista alternativa – hanno aggiunto – ma ci è stato detto che il perimetro dell’indagine era più ristretto”. “Sono passati 34 anni dalla morte di nostro padre, ma questo è comunque un passo avanti”.

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