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Krimisa 2: blitz tra Milano, Varese e Pavia. Altro colpo alla locale di Legnano

Redazione

Milano, Varese, Pavia ma anche Reggio Calabria: è in queste province che i carabinieri del Comando Provinciale e del Reparto Anticrimine di Milano, con il supporto delle unità speciali e dei cinofili, hanno fatti scattare stamani un blitz che – su ordine del Gip del capoluogo lombardo – ha spalancato le porte del carcere per undici persone.

Le accuse contestate sono, a vario titolo, di corruzione, estorsione, rapina, spaccio di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi clandestine ed alterate, tra cui anche un potente esplosivo, incendio doloso, minaccia aggravata, favoreggiamento personale.

Condotte che sarebbero tutte aggravate dal “metodo mafioso” perché commesse per agevolare le attività della cosiddetta Locale di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo.

L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Milano, è la naturale prosecuzione dell’operazione Krimisa , avviata nell’aprile 2017.

nell’ambito dell’indagine  2017, gli inquirenti ritennero di aver cristallizzato l’avvio del processo di ridefinizione degli assetti organizzativi delle famiglie della criminalità calabrese, componenti la locale di Legnano e collegata alla cosca  di Cirò Marina, cioè della famiglia Farao – Marincola.

Gli investigatori  hanno ricostruito non solo la stessa locale, ma anche una ramificata infiltrazione negli apparati istituzionali locali ed il condizionamento delle ultime elezioni amministrative nel comune di Lonate Pozzolo.

In quel contesto venne anche arrestato un Consigliere del Comune di Ferno, considerato intraneo alla cosca ed emersero rapporti diretti tra esponenti di spicco del gruppo e vari funzionari amministrativi del posto.

Le indagini, compendiate nel provvedimento cautelare eseguito oggi, avvalorate ulteriormente dal contributo delle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, non solo confermerebbero l’assoluta pervasività dell’associazione mafiosa negli apparati pubblici e nelle amministrazioni locali ma anche di documentare il potere delle cosche di ‘Ndrangheta all’estero, confermandone ancora una volta la vocazione transnazionale.

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