È sempre più intensa ed incisiva l’attività antibracconaggio della Polizia Provinciale di Cosenza che, sotto le direttive del Comandante Avv. Pasquale Monea e il coordinamento del Sostituto Commissario Maria Antonietta Pignataro, opera costantemente per la prevenzione e la repressione di questi reati e per la protezione della fauna selvatica protetta. Un’attività che ha il plauso e l’appoggio del Presidente Franco Iacucci, per il quale «i reati di bracconaggio risultano odiosi alla coscienza comune e danneggiano i cacciatori onesti e rispettosi delle norme ambientali poste a tutela delle specie animali a rischio estinzione e, quindi, protette».
È di qualche giorno addietro l’ultima operazione degli Agenti del Nucleo Ittico-Venatorio di Cosenza, che in abiti civili ed auto priva di colori d’istituto hanno effettuato un servizio di controllo del territorio in località Sibari Marina del Comune di Cassano allo Ionio, lungo la battigia del mare, dove in questo periodo si esercita la caccia da appostamento temporaneo agli uccelli acquatici migratori della famiglia degli Anatidi, provenienti dal mare.
Dopo un primo sopralluogo, gli Agenti hanno notato un appostamento temporaneo isolato, a pochi metri dal mare, costruito in una depressione della sabbia con ramaglie e fronde di palma, al cui interno erano presenti tre persone armate di fucili e abbigliate con vestiti mimetici tipici dei cacciatori. A seguito quindi di un paziente appostamento, i soggetti sono stati colti di sorpresa con i fucili imbracciati e il richiamo funzionante, all’interno del capanno, riproducente il canto del fischione. Pertanto, si è proceduto alla contestazione dell’illecito e al sequestro delle armi, delle munizioni e del richiamo acustico elettromagnetico.
Un’altra operazione è stata invece effettuata dagli Agenti del Distaccamento di San Giovanni in Fiore sull’Altopiano della Sila, dove un uomo residente in provincia di Brescia è stato sorpreso in flagranza di reato mentre esercitava l’attività venatoria all’interno di un vasto campo incolto e facendo uso di un richiamo elettroacustico vietato dalla legge.
Gli agenti, durante l’intervento, hanno scoperto che erano stati abbattuti anche alcuni capi di selvaggina e tra questi, vi erano delle pispole, specie considerata particolarmente protetta. Nel medesimo comprensorio, due anni fa, sempre gli uomini della Polizia Provinciale del distaccamento silano avevano sorpreso e denunciato la stessa persona per reati in materia venatoria. Sottoposti a sequestro penale un fucile calibro 12, le munizioni, il richiamo elettroacustico e tutta la fauna illecitamente abbattuta, costituita da alcuni capi di Allodola e di Pispola. Dopo le formalità di rito l’uomo è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza, dovrà ora rispondere dei reati di esercizio dell’attività venatoria mediante l’uso di un richiamo elettroacustico e di abbattimento di specie particolarmente protetta.
L’attività antibracconaggio della Polizia Provinciale di Cosenza recentemente è stata citata e presa in considerazione all’interno Rapporto del primo anno di attività del Piano d’Azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici, predisposto dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e dal Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri (ex CUTFAAC, ora CUFA).
I servizi a tutela dell’ambiente, del territorio e degli animali da parte della Polizia Provinciale di Cosenza proseguiranno serrati anche nei prossimi giorni.