Ex sindaco Riace a Crotone, “da Europa solo muri e fili spinati”
“L’Occidente, con le sue politiche, obbliga migliaia di esseri umani ad avere come unica soluzione quella di intraprendere viaggi della speranza che poi sono viaggi della tragedia.
Sono tragedie fisiologiche in un’Europa che alza muri e fili spinati e poi fa a scaricabarile sulle responsabilità”.
Lo ha detto l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, antesignano dell’accoglienza ai migranti, parlando con i giornalisti a Crotone a margine della fiaccolata in memoria delle vittime del naufragio di domenica mattina.
“Provo vergogna – ha aggiunto Lucano – per quanto è accaduto. Si prende sempre più coscienza, comunque, che queste tragedie sarebbero evitabili. Per me i migranti sono stati preziosi cittadini che hanno fatto rinascere i luoghi. Penso ancora oggi che l’accoglienza sia una strada da percorrere, a patto che le norme non siano sempre orientate a penalizzare ed a respingere.
Di cosa abbiamo paura? Hanno creato l’industria della paura a livello mediatico”.
Lucano ha fatto riferimento, in particolare, a quanto affermato, nel corso della sua visita a Crotone, dal ministro Piantedosi, secondo cui “la disperazione non può giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”.
“Quelle di Piantedosi – ha detto Lucano – sono parole drammatiche e gravi. Come se le persone ci dessero fastidio. Le persone, invece, sono tutte preziosi cittadini. In Calabria, tra l’altro, c’è una legge regionale che prevede lo sviluppo delle aree interne tramite l’accoglienza dei rifugiati. Una legge che ha avuto riconoscimenti anche dall’Unhcr, ma che è rimasta lettera morta. Indicava una soluzione umana e di rispetto nei confronti di chi è costretto a intraprendere lunghi viaggi per allontanarsi da condizioni di pericolo. Assumiamoci le nostre responsabilità nel momento in cui ci troviamo di fronte al dramma enorme enorme che é avvenuto domenica”.
“Le parole del ministro – ha proseguito l’ex sindaco di Riace – esprimono, in realtà, l’egoismo tipico di una società che non si indigna per il razzismo e si dice sconvolta solo perché quello che è accaduto turba la nostra tranquillità ed i nostri privilegi”. (ANSA).