Home » Non si hanno più notizie di un gruppo di otto escursionisti dopo la frana caduta ieri dal Pizzo Cengalo (3367 metri d’altezza), in territorio svizzero al confine con la provincia di Sondrio. Il Soccorso Alpino elvetico continua nelle loro ricerche. Si tratterebbe di un gruppo di alpinisti svizzeri, tedeschi e austriaci. Le ricerche sono proseguite anche con l’aiuto di elicotteri dell’Esercito, ma dei dispersi nessuna traccia. In un vertice a Bondo (Svizzera) col sindaco Anna Giacometti di Val Bregaglia (nome del Comune che raggruppa le diverse località del versante svizzero della Val Bregaglia) si è fatto il punto anche sull’emergenza idrica e del black-out energetico, dovuti al gigantesco smottamento. E’ stato calcolato che dalla montagna si sono staccati 4 milioni di metri cubi di materiale. Confermata l’ordinanza di sgombero di circa cento residenti nel borgo a poca distanza dal confine italiano di Villa di Chiavenna (Sondrio), dove pure rimane alta l’allerta delle autorità locali.

Non si hanno più notizie di un gruppo di otto escursionisti dopo la frana caduta ieri dal Pizzo Cengalo (3367 metri d’altezza), in territorio svizzero al confine con la provincia di Sondrio. Il Soccorso Alpino elvetico continua nelle loro ricerche. Si tratterebbe di un gruppo di alpinisti svizzeri, tedeschi e austriaci. Le ricerche sono proseguite anche con l’aiuto di elicotteri dell’Esercito, ma dei dispersi nessuna traccia. In un vertice a Bondo (Svizzera) col sindaco Anna Giacometti di Val Bregaglia (nome del Comune che raggruppa le diverse località del versante svizzero della Val Bregaglia) si è fatto il punto anche sull’emergenza idrica e del black-out energetico, dovuti al gigantesco smottamento. E’ stato calcolato che dalla montagna si sono staccati 4 milioni di metri cubi di materiale. Confermata l’ordinanza di sgombero di circa cento residenti nel borgo a poca distanza dal confine italiano di Villa di Chiavenna (Sondrio), dove pure rimane alta l’allerta delle autorità locali.

Redazione

E’ stata arrestata in Germania dalla polizia tedesca una 27enne nigeriana ricercata nell’ambito dell’indagine ‘Falsa speranza’ dei Carabinieri di Bologna che, a fine luglio, avevano smantellato con 11 arresti un’associazione a delinquere finalizzata al controllo del traffico dei migranti da avviare alla prostituzione, dall’Africa all’Italia, con scalo nel capoluogo emiliano.
Era emerso che le ragazze venivano scelte in Nigeria con la promessa di una vita migliore, poi attirate con giuramenti e riti vudù e infine costrette a prostituirsi per saldare il debito del viaggio. La 27enne, destinataria di un mandato di arresto europeo, è stata rintracciata a Wuppertal e sarebbe stata a capo della ‘cellula tedesca’, composta da 5 persone cui viene contestato solo il concorso nei reati di riduzione in schiavitù, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e della prostituzione. In attesa dell’estradizione, la donna è stata rinchiusa in un carcere tedesco. L’indagine è stata coordinata dal Pm Stefano Orsi.

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