Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, accogliendo l’appello dell’avvocato Fabrizio Gallo, ha restituito tutti i beni sequestrati a Pasquale Malena, coinvolto nell’’operazione Stige, che ha portato all’arresto 170 persone nell’ambito dell’inchiesta della DDA di Catanzaro contro le cosche di ‘ndrangheta del crotonese.
Già lo scorso 29 maggio l’imprenditore, indagato per intestazione fittizia di beni, era stato rimesso in libertà dallo stesso tribunale.
Secondo la Procura era provato come la cosca Farao-Marincola avesse immesso nella società “Cav. Antonio Malena 1949”, la somma di circa 2,1 milioni di euro provenienti dalla bacinella della cosca.
La difesa, composta dagli avvocati Fabrizio Gallo e Pietro Capoano, ha dimostrato con carte alla mano, come quei due milioni di euro provenivano da beni di famiglia debitamente elencati e calcolati da un perito, che ne ha attestato il passaggio dentro la società del Malena, come si evince – sostengono sempre i legali – dai documenti che erano allegati all’atto notarile.
Il Tribunale del Riesame ha inoltre preso atto che Pasquale Malena fu fatto oggetto di ben tre atti vandalici di chiaro stampo mafioso, subiti nel 2013 e nel 2014, atti vandalici regolarmente e debitamente depositati dalla difesa, che fanno supporre come Malena fosse una vittima è non uno ’ndranghetista.
Oggi quindi è stato disposto il dissequestro dell’impresa in questione a cui erano stati post i sigilli per la sproporzione tra i redditi ed il patrimonio di Pasquale Malena.