Scoperto in Calabria un primo caso di “Trichinosi” nelle carni di un cinghiale abbattuto nel territorio di Rose, in provincia di Cosenza, durante una battuta di caccia.
E’ quanto ha comunicato l’Istituto Zooprofilattico di Cosenza all’Azienda sanitaria provinciale.
Le larve di “Trichinella” sono state rilevate nelle carni di un animale sottoposte dopo l’abbattimento a controllo dal Servizio Veterinario Area igiene degli alimenti di origine animale dell’Asp cosentina.
In Calabria è il primo caso del genere per quanto riguarda i cinghiali e l’episodio crea preoccupazione trattandosi di una malattia trasmissibile dall’animale all’uomo, ma non da uomo ad uomo, veicolata con carni non controllate consumate poco cotte o con salumi preparati con carni infestate dal parassita.
La Trichinella è un verme cilindrico, visibile solo al microscopio che vive nell’intestino ma le cui larve migrano nei muscoli dove rimangono capaci, se ingerite, di trasmettere la malattia ad altri animali o all’uomo. La trasmissione nell’animale avviene per consumo di carogne parassitate.
In precedenza, nella provincia di Cosenza, la Trichinosi negli animali selvatici è stata riscontrata nel lupo e nel 1987 nelle volpi. A seguito di quanto accaduto – fanno sapere dall’Asp di Cosenza – c’è la necessità di mantenere alta la guardia sul rischio di trasmissione all’uomo e ai suini, in particolare a quelli allevati allo stato brado e negli allevamenti rurali. In Italia sono 1.525 i casi accertati nell’uomo con l’ultimo focolaio nel 2020 in Val di Susa che ha coinvolto venti persone per consumo di salumi di cinghiale. (ANSA).