In totale accoglimento delle richieste avanzate dal penalista Avv. Francesco Nicoletti, il Tribunale di Castrovillari ha assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” M.E.A., noto imprenditore rossanese accusato di stalking ai danni del fratello per questioni di eredità.
Secondo la tesi accusatoria, l’uomo avrebbe messo in atto condotte reiterate, mediante minacce, molestie, ingiurie e aggressioni, nei confronti del fratello, causandogli un perdurante e grave stato di ansia e paura, ingenerando un fondato timore per la propria incolumità e costringendolo ad alterare le abitudini di vita. Condotte, quelle contestate, messe in atto sia per odio personale sia per motivi legati ad una ingente eredità da dividere.
IL PROCESSO La vicenda trae origine da un’articolata denuncia presentata dalla parte offesa, successivamente costituitasi parte civile, nella quale si fa riferimento a fatti legati ad una divisione ereditaria in corso tra i due fratelli. Secondo quanto riferito dalla vittima, l’imputato si sarebbe appropriato di tutta l’eredità lasciata dalla madre, comprendente numerosi immobili, ad eccezione di alcuni magazzini situati sulla centralissima via Margherita, in località Rossano, e cospicue somme di denaro. L’uomo ha inoltre denunciato numerose aggressioni, verbali e fisiche, e continue minacce, proponendo una serie di querele corredate da certificati medici, provenienti da strutture pubbliche e private, e con indicazione di testimoni che di volta in volta avrebbero assistito ai comportamenti messi in atto dal fratello.
Per uno specifico episodio, la vittima ha indicato quali testimoni alcuni agenti del Commissariato di P.S. di Rossano. L’aggressione più cruenta si sarebbe verificata in una villa all’interno della proprietà privata di un suo amico, dove l’imputato si sarebbe introdotto arbitrariamente aggredendo il fratello con calci e pugni, alla presenza di più persone, rendendone necessario il ricovero in Ospedale in stato di incoscienza. In questa occasione sul posto è intervenuto il personale della Polizia di Stato e, proprio a seguito di questa denuncia, si è dato il via al procedimento sfociato poi nel processo a carico del noto e facoltoso imprenditore, nel corso del quale si è proceduto ad acquisire tutta la documentazione e a sentire tutti i testi indicati dalle parti processuali.
LA DECISIONE DEL TRIBUNALE All’esito del processo, in sede di discussioni finali, il Pubblico Ministero ha concluso la propria requisitoria chiedendo la condanna dell’imputato alla pena di anni 1 di reclusione. Richiesta alla quale si è associata anche la parte civile, chiedendo inoltre la condanna al risarcimento dei danni e delle spese processuali e legali. Il Tribunale di Castrovillari, all’esito della camera di consiglio, in totale accoglimento delle richieste avanzate dalla difesa, ha emesso nei confronti del noto imprenditore una sentenza di assoluzione con la formula più ampia “perché il fatto non sussiste”.