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Ugl-Les: la divisa del Poliziotto diventi territorio dello Stato!

Redazione

“Ne parliamo con Elvio Vulcano, Coordinatore nazionale per la stampa e comunicazioni del sindacato di polizia Ugl-LeS (l’unica voce dell’Ugl nella Polizia di Stato). Come vede la situazione delle Forze Armate ed, in particolare della Polizia di Stato? “È noto a tutti che molto spesso gli appartenenti alle Forze dell’Ordine si trovano incriminati perché, nello svolgimento del loro lavoro, sono costretti a ricorrere all’uso della forza e, talvolta, a quello delle armi a loro disposizione per fronteggiare situazioni di pericolo per la pubblica incolumità e per quella loro stessa. Ciò, provoca un giusto disappunto in gran parte dell’opinione pubblica, oltre che sconcerto e sconforto tra i colleghi degli indagati/imputati.

Tra i violenti, invece, provoca la certezza dell’impunità ed, anzi, ne aumenta l’arroganza e la violenza, in quanto sono praticamente certi che, provocando la reazione delle Forze dell’Ordine (e spesso questi episodi sono persino opportunamente filmati) le Forze di Polizia non potranno fare altro che reagire, colpendo i manifestanti con l’unica arma che possono usare, cioè il manganello. In altre occasioni, ancor più cruente, i tutori dell’ordine pubblico, devono ricorrere all’uso delle armi da fuoco, con il rischio concreto di venire incriminati perché non rispetterebbero le regole fissate da una politica stolta ed assurda.

Naturalmente, quelle regole sono poi quelle che vengono osservate da magistrati “molto fantasiosi”, con la conseguente condanna dei lavoratori e non dei violenti o, comunque, con la comminazione di pene del tutto discriminatorie a sfavore delle Forze dell’Ordine”. Cosa propone l’Ugl-LeS per modificare questa situazione? “Per porre rimedio a questo stato di cose, ormai divenuto intollerabile, a mio parere si dovrebbe proporre una modifica all’attuale normativa, equiparando la divisa indossata dal tutore della legge al territorio dello Stato, peraltro, prendendo spunto dal fatto che su di essa compaiono i simboli della Repubblica e l’acronimo R.I. (Repubblica Italiana)”.

Si spieghi meglio. “In questa maniera si porrebbe un serio freno al comportamento sia dei malfattori e dei violenti che dei giudici stessi, i quali si troverebbero a giudicare atti che non potrebbero che essere definiti “eversivi” in quanto compiuti ai danni della divisa, cioè del territorio dello Stato. Quindi il soggetto contro cui si compie la violenza non sarebbe più l’uomo o la donna che indossa la divisa, bensì lo Stato, al cui territorio quella divisa sarebbe equiparata.” Ha poi proseguito Vulcano: “lo scorso otto maggio i Senatori della Repubblica, Bertacco, Balboni, Ciriani, De Bertoldi, Fazzolari, Garnero, Santanchè, Iannone, La Russa, Magoni, Nastri, Rauti, Ruspandini, Stancanelli, Totaro, Urso e Zaffini, hanno presentato un disegno di legge per modificare gli articoli 336 e 337 del codice penale in materia di violenza, minaccia o resistenza a pubblico ufficiale. Questa modifica, se approvata, di fatto prevede un innalzamento delle sanzioni. Pur ritenendo meritoria la proposta, crediamo che sia opportuno ampliarla includendovi quanto da noi esposto”. Chi sarà l’autore del testo? .

“Abbiamo dato mandato al dr. Antonio Bottoni di redigere un disegno di legge con la nostra proposta, al fine di integrarlo con quella già presentato. Infatti il dott. Bottoni, da sempre vicino alle Forze dell’Ordine ed, in particolare alla Polizia di Stato ed ai loro problemi, ha già contribuito a redigere il testo di alcune proposte di modifica a normative relative sia alle provvidenze sociali che alla sicurezza dei cittadini, oltre che ad alcune modifiche al codice penale che, pur calendarizzate dalle relative Commissioni parlamentari, non sono state portate alla discussione dell’Aula del Senato e della Camera dei Deputati per la scadenza della precedente legislatura, per cui saranno riproposte all’attuale Parlamento. Riteniamo, pertanto, che il dott. Bottoni, grazie alla sua specifica esperienza, possa essere la persona giusta per raggiungere un importante risultato per le persone direttamente interessate alle problematiche di cui ho parlato poc’anzi, ma anche per un passo in avanti verso principi di maggiore tutela sociale e di sicurezza, oltre che di democrazia per lo stesso Sistema Italia.”

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