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Crotone: Assemblea dei sindaci sul Marrelli Hospital

Redazione

Si è tenuta questa sera nella Sala Consiliare l’assemblea dei sindaci della provincia di Crotone convocata dal sindaco di Crotone Ugo Pugliese sulla situazione del Marrelli Hospital. Assemblea alla quale ha partecipato, tra gli altri, il dott. Massimo Marrelli ed il presidente di Confindustria Crotone Michele Lucente.
Al termine della riunione è stato stilato un documento di cui si allega il testo.
Inoltre il sindaco Pugliese ha inviato una nota al ministro della Salute Beatrice Lorenzin nella quale si legge: “facendo seguito a precedente comunicazione sono a reiterare la richiesta di un incontro urgente al fine di istituire un apposito tavolo con Lei ed i rappresentanti del suo dicastero, unitamente ai sindaci del territorio, ai rappresentanti della Regione Calabria e dell’ASP di Crotone nonché una delegazione del Marrelli Hospital”.
I sindaci hanno poi sottoscritto il documento nel quale si legge:
“Già in data 12 gennaio 2017 si è riunita l’assemblea dei sindaci della provincia di Crotone convocata dal Sindaco Ugo Pugliese alla presenza del consigliere regionale Flora Sculco, del Commissario straordinario dell’Asp, Sergio Arena e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali che in quella occasione è stato preso atto da tutti i presenti della richiesta dell’azienda sanitaria provinciale, poi diventata delibera numero 109 del 27 marzo 2017, in cui si rappresentava l’esigenza e la necessità di implementare il numero di prestazioni specialistiche ambulatoriali per soddisfare il fabbisogno di domanda di prestazioni anche per cure oncologiche che nelle provincia di Crotone hanno registrato un incremento della mobilità passiva del 51%. E che tale domanda sanitaria è ineludibile e risponde alla necessità di soddisfare non solo un diritto soggettivo, ma un principio costituzionalmente garantito che dalla conferenza dei sindaci ad oggi sono trascorsi 5 mesi senza che la struttura commissariale abbia disposto gli atti necessari al fine di esaudire tale richiesta.
I sindaci, riuniti oggi, rappresentano che:
la Provincia di Crotone comprende un ampio territorio e una popolazione di circa 200.000 abitanti, che da ormai troppi anni paga in prima persona scelte sbagliate non solo a livello locale, ma anche e soprattutto a livello nazionale.
La Calabria è la regione che fa registrare l’allarmante dato di 352.27 istanze per neoplasie (dati Inps) ogni 100mila abitanti con un più 73% rispetto alla media nazionale e a Crotone le domande per tale patologia sono superiore addirittura del 107% rispetto alla media nazionale e del 20% di quella regionale.
Gli ultimi dati pubblicati dal ministero e riferiti all’anno 2015 (PNE Esiti 2016) sono gravi ed evidenziano come la migrazione sanitaria dalla Calabria non si arresta e addirittura aumenta, con una situazione che risulta essere molto, anzi troppo preoccupante. Nel 2014 l’80.6% dei calabresi emigrava per tumore del polmone, nel 2015 diventano il 92,7%. Nel 2014 il 41,1% delle donne calabresi con cancro del seno vanno fuori Regione, mentre nel 2015 il dato cresce al 45,6%.
Complessivamente, considerando la chirurgia per le neoplasie più importanti (polmone, seno, colon retto, prostata, vescica e tumori ginecologici), la migrazione sanitaria oncologica in Calabria nel 2015 supera il 40% ed a Crotone, nel 2015, addirittura il 51%. Un dato sconcertante, grave e che non può essere ignorato.
Il valore economico annuo di queste migrazioni sanitarie è pari a circa 300milioni di euro ed investe 60.000 famiglie di calabresi e nel 2016, solo in Calabria sono stimati 10.400 nuovi casi di tumore.
La percentuale di Centri radioterapici, presenti in Calabria è molto bassa. Ci sono tre centri in tutta la regione con distanze che superano i 100 Km. La percentuale è pari ad un Centro Radioterapico ogni 660.000 abitanti, contro una media nazionale (ritenuta ancora insufficiente dai canoni europei) di un centro radioterapico ogni 390 mila abitanti. Nel Lazio esiste un centro di Radioterapia ogni 340.000 abitanti, in Toscana esiste un centro di Radioterapia ogni 268.000 abitanti ed in Lombardia un centro ogni 290.000 abitanti. La media europea è di un centro di radioterapia ogni 200.000 abitanti.
Come già certificato dall’Asp di Crotone nella delibera n.109 del 27 Marzo 2017 sono oltre 280 i pazienti che ogni anno ricercano questo servizio tra Catanzaro ed altri centri fuori regione, e purtroppo il numero è in crescita.
Il Marrelli Hospital ha le migliori tecnologie oggi presenti sul mercato. Il Centro di RADIOTERAPIA più vicino a Crotone è nella città di Catanzaro ad 80 km di distanza, oltretutto da percorrere sulla tristemente nota SS106, ma i tempi di trattamento sono molto lunghi: dalla prenotazione all’effettuazione di un ciclo di radioterapia possono intercorrere anche tre mesi, ed in alcuni casi questa tempistica potrebbe essere superiore al periodo di sopravvivenza di un paziente in attesa di trattamento.
Il Dipartimento della salute della Regione Calabria ha pertanto recepito la delibera n 109 di cui sopra dell’ASP di Crotone sui fabbisogni e lo ha riproposto alla firma dei “Commissari” nel Maggio 2017.
Ma a tutt’oggi, nonostante la pressante richiesta dei pazienti, il centro di Diagnostica per Immagini e di Radioterapia Oncologica ad alta tecnologia non è ancora accreditato.
La Struttura e la popolazione che reclama i suoi diritti, ha trovato ampia disponibilità nel Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio a risolvere la problematica, convinto che la Radioterapia è un servizio essenziale soprattutto per la comunità crotonese, che soffre purtroppo di patologie oncologiche in percentuali superiori rispetto alla media nazionale, ma le cose continuano a restare ferme.
Il centro di Radioterapia, di cui vi è un gran bisogno, pur essendo completo, è fermo e non può erogare prestazioni a causa della mancata autorizzazione del Commissario alla sanità della Regione Calabria Ing. Massimo Scura.
Dopo l’ennesimo rifiuto ingiustificato dell’Ing. Massimo Scura (Commissario per la Sanità in Calabria) nei confronti del Marrelli Hospital di Crotone, la struttura è a grave ed immediato rischio di chiusura.
Una struttura a cui è stato riconosciuto un budget complessivo di solo 2,9 milioni, non ha alcuna speranza di proseguire nel suo intento di contribuire a fornire un servizio sociale utile e necessario al territorio.
La Sanità infatti non può essere vista in un Paese civile solo come una voce di spesa, ma piuttosto come un’opportunità di giustizia sociale, riequilibrando le disuguaglianze così evidenti nella nostra epoca ed ancor di più in territorio povero come questo. Tutti infatti devono avere la possibilità di esercitare il “diritto alla salute”. Lo Stato ha l’obbligo di vigilare ed impedire che si creino aree in cui esista una sanità per i ricchi ed aree in cui esista solo una sanità per i più poveri.
Se non interverranno nuovi elementi nell’immediato, a fine Luglio il budget riconosciuto al Marrelli Hospital sarà esaurito, mettendo a repentaglio tutto il gruppo aziendale che oggi conta oltre 300 dipendenti, aggravando suo malgrado la già debole economia locale.
Ciò sarebbe un ulteriore duro colpo per questo sfortunato territorio e la sua popolazione, privata di un suo legittimo diritto di curarsi “a casa propria” e della speranza di vedere uno spiraglio di ottimismo rispetto alla sensazione di completo abbandono istituzionale in cui versa la Provincia di Crotone.
E’ per questo motivi che rinnoviamo l’invito all’Ufficio del Commissario alla Sanità in Calabria a voler decretare celermente l’accreditamento del Centro di Radiologia e Radioterapia del Marrelli Hospital, come già proposto dall’ASP di Crotone e sostenuto dalla Conferenza dei Sindaci, il cui documento a suo tempo approvato alleghiamo integralmente al presente documento.
Nell’eventualità che anche in questa occasione il Commissario dovesse evitare qualsiasi risposta nel merito, annunciamo fin da oggi nuove manifestazioni di protesta, le quali potrebbero sfociare in un vero e proprio contenzioso con le Istituzioni governative, alle quali ci appelliamo vivamente, riconoscendo loro potere e responsabilità nella vigilanza dell’operato dell’Ufficio del Commissario.”

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