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Crotone, Filippo Sestito: La risposta all’emergenza rifiuti passa dalla differenziata

Redazione
Ancora una volta è emergenza rifiuti in Calabria, un’emergenza che dura da vent’anni. Da anni assistiamo al balletto
istituzionale tra ampliamenti delle discariche esistenti e la necessità di conferimenti fuori regione o addirittura
all’estero, con costi esorbitanti per i cittadini e risultati tutt’altro che positivi per il territorio, anzi.
Del resto senza un impegno concreto per intervenire in modo strutturale sul ciclo dei rifiuti è difficile anche solo
immaginare di risolvere il problema.
Sono ormai diversi anni che lo sosteniamo per cui, anche in questa occasione, riteniamo utile proporre alle istituzioni
preposte a vario titolo alla gestione del ciclo dei rifiuti uno schema operativo basato sulla raccolta differenziata e,
soprattutto, sulla costruzione dell’impiantistica necessaria a consentirne l’efficiente realizzazione.
Gli ultimi dati rilevati da Legambiente parlano chiaro: in Calabria nel 2019 sono state prodotte 767 mila tonnellate di
rifiuti di cui circa il 48% è stato differenziato. Siamo sotto l’obiettivo minimo del 50% di differenziata che era stato
fissato per il 2009! Nelle 5 discariche presenti sono andate 309 mila tonnellate di rifiuti a cui si aggiungono le 106 mila
tonnellate incenerite provenienti dall’inceneritore di Gioia Tauro. Solo 25 le piattaforme per trattare gli imballaggi,
nessuna per la plastica. Il Presidente di Legambiente Calabria insiste sull’inadempienza di alcuni Comuni sulla raccolta
differenziata; il Comune capoluogo di provincia di Crotone, ad esempio, è appena al 12%, un dato che non ha bisogno
di commenti ma che vale più di mille parole.
Un ciclo virtuoso dei rifiuti prevede, a nostro avviso, che tutti i principali impianti di recupero e smaltimento siano di
proprietà comunale, che ci sia un piano dettagliato per la raccolta differenziata, cassonetti o raccolta spinta porta a
porta per la carta, il vetro, la plastica, le lattine ed i metalli e l’
umido.
Una raccolta differenziata di successo prevede il
rispetto del principio di qualità e non solo di quantità del materiale differenziato e questo presuppone una massiccia
sensibilizzazione ed un’efficace comunicazione sul perché è necessario differenziare i rifiuti e come si differenziano
realmente in base al modello proposto. L’introduzione di un modello di raccolta differenziata spinta, inoltre,
consentirebbe un risparmio per i cittadini che, mediante un sistema di tracciamento con codici a barre sui sacchetti,
pagherebbero la TARI in base ai rifiuti indifferenziati effettivamente prodotti. L’aspetto più importante riguarda però la
programmazione di investimenti propedeutici che vanno fatti sull’impiantisca necessaria a sostenere una differenziata
spinta, perché la raccolta differenziata ha la necessità di avere degli impianti di riferimento per poter smaltire i propri
rifiuti che altrimenti, come accade oggi a Crotone, dopo essere stati differenziati tornano in discarica con una doppia
beffa economica e ambientale per i cittadini crotonesi
In Calabria e a Crotone servono impianti di valorizzazione del vetro, della carta, della plastica per chiudere la filiera
della raccolta differenziata. L’Ato di Crotone deve programmare l’impiantistica a servizio di una raccolta differenziata
tendente ai rifiuti zero.
E’ necessario avere una visione chiara e precisa del futuro che si vuole costruire per la nostra città, per il nostro
territorio e, più di ogni altra cosa, per tutti i cittadini e tutto questo non può prescindere dalla tutela della salute,
dell’ambiente, del decoro.
Filippo Sestito

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