Riconosciuta “…menzione d’onore per la geometrica Medea…” al Liceo “Pitagora” ha presentato un adattamento del testo “Medea”, realizzato dal regista crotonese Francesco Franco esperto del progetto “Atelier Koiné”
Il 19 maggio, il Liceo “Pitagora” ha presentato un adattamento del testo “Medea”, realizzato dal regista crotonese Francesco Franco ed espressione del progetto “Atelier Koiné”, che ha avuto come tutor le docenti Angela Bifano e Anna Melillo ed è stato fortemente sostenuto dal Dirigente Scolastico, prof. ssa Natascia Senatore e dal Responsabile territoriale del progetto, dott. Fabio Riganello in rappresentanza della Cooperativa Agorà Kroton e dell’Associazione A. Maslow APS a cui è stata riconosciuta una “…menzione d’onore per la geometrica Medea…”
Il gruppo teatrale del liceo classico “Pitagora” di Crotone si è esibito nel suggestivo scenario del teatro greco-romano di Catania, nell’ambito dell’iniziativa “Amenanos”, cui hanno preso parte trenta scuole superiori, che hanno dimostrato di coltivare lo studio e la drammaturgia di testi e miti della letteratura greca.
Il Festival, giunto alla IV edizione, curato dal produttore teatrale Prof. Michele Di Dio e dall’Associazione culturale DIDE, con il partenariato del Liceo Classico “Cutelli” di Catania e il Patrocinio dei Beni Culturali e del Comune di Catania, oltre a offrire la possibilità ai liceali di esibirsi in un’ambientazione magicamente “mitica”, ha proposto quest’anno la fruizione degli spettacoli “Antigone” e “Il ratto di Propserpina”, con la regia di Cinzia Maccagnano e Alessandra Salamida. È stata una piacevole sorpresa scoprire nel cast dell’Antigone, come Erebo/Corifeo, il bravissimo attore Raffaele Gangale, nostro conterraneo ed ex alunno proprio del “Pitagora”.
L’ottima riuscita dell’evento si deve certamente alla precisa programmazione del lavoro, all’individuazione delle priorità e delle diversificate esigenze, alla perfetta gestione dei tempi, grazie all’operosità del Comitato Tecnico-Scientifico, costituito anche dalla Dirigente Scolastica Elisa Colella, dai docenti Carmela Belfiore, Anna Bertino, Loredana Pitino e dall’esperto in Scienze del Territorio, prof. Davide Crimi, che così si esprime a proposito di questa importante iniziativa: “Il teatro per le scuole è molto di più di un teatro didattico inteso genericamente come forma d’apprendimento: il teatro amabilmente obbliga a concentrarsi su ogni parola, a comprendere il testo, a interpretarlo, a capire come si parla in pubblico, come ottenere l’attenzione, come modulare le pause, come stabilire le giuste distanze di prossimità con gli altri, come influire sullo spazio circostante, come utilizzare il linguaggio dei gesti, dei segni, dei simboli”.
Gli alunni e i docenti del “Pitagora” sono rimasti estasiati dalla vista di questo teatro, che presenta delle peculiarità uniche: è attraversato dal fiume sotterraneo Amenanos e si incunea nel tessuto urbanistico della città, diventandone il cuore propulsore, profondamente radicato nelle viscere della bellissima Catania, città che trae il suo nome proprio dal termine greco Kατάvη (grattugia), che ne evidenzia la morfologia del territorio, condizionata dalla vicinanza dell’Etna.
La professoressa Bifano, coadiuvata dai docenti Luca Ciamei e Silvana Sabatino, ha guidato a Catania i ragazzi del laboratorio teatrale, che hanno recitato su uno sfondo privilegiato, calcando le scene di un teatro dove hanno riecheggiato per secoli parole greche e latine antiche, che acquistano oggi il senso della modernità e intramontabilità delle Leggi dell’Uomo e della Coscienza.
I ragazzi hanno colto della protagonista della tragedia tutta la sua attualità, contenuta ‘in nuce’ nel suo nome, che rimanda all’astuzia e traduce comportamenti che si perpetuano ancora oggi nelle famiglie disgregazione, dove i rapporti tra coniugi rischiano di distruggere anche la vita dei figli e, quindi, quella degli stessi genitori, come recita un antico detto: ‘Se hai scavato nuove buche di astuzia, cadrai tu stesso nella decima’.
Nei ragazzi del “Pitagora” si è attuata sicuramente una ‘provectio’, un avanzamento, un passo in avanti nel proprio percorso formativo e spirituale, anche grazie al confronto con i liceali di altre città italiane, che ha permesso loro di condividere un’emozione straordinaria, quella di essere partecipi della grande famiglia dei sostenitori degli studi classici, sensibile alla voce del passato che, ancora carica di note attuali e dirompenti, parla a ciascuno di noi, facendo risuonare le note intime della propria anima.
Il messaggio che si coglie dalla tormentata storia di Medea è contrario agli eventi della tragedia. Medea ci insegna ad affrontare le prove della vita, ricucendo le ferite con l’amore, ricostruendo e non demolendo, rifiutando e contravvenendo proprio alle sue ultime parole:
No, non insistere ancora! È inutile! Niente è più possibile, ormai!