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Donne della Repubblica, incontro su Lina Merlin

Redazione

Per il ciclo di incontri sul tema “Le donne della Repubblica” promossi dall’associazione culturale Anassilaos, si terrà martedì 31 ottobre presso la Sala di San Giorgio al Corso alle ore 17,30 la conversazione di Rosella Crinò, responsabile Anassilaos donna, dedicata alla Senatrice Lina Merlin “Madre costituente” nel 130 anniversario della nascita(Pozzonovo, 15 ottobre 1887 – Padova, 16 agosto 1979). Conosciuta dai più per la legge per l’abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia con la conseguente soppressione e chiusura delle case di tolleranza che avvenne il 20 settembre del 1958, un fatto epocale per il costume e le abitudini degli italiani, Lina Merlin è stata una delle Madri della Costituzione di cui quest’anno si celebra il 70 anniversario.

Eletta all’Assemblea costituente il 2 giugno fece parte della Commissione dei settantacinque che ha redatto la bozza della costituzione repubblicana. Ha preso parte inoltre ai lavori della terza sottocommissione sui diritti e doveri economico-sociali nell’ambito della quale approfondì il tema delle garanzie economiche e sociali chepotevano sostenere l’istituto familiare rilevando che l’insicurezza economica rappresentava “il maggiore ostacolo alla libertà di ognuno di costituirsi una famiglia e la maggiore insidia all’unità e alla saldezza dell’istituto familiare medesimo”. Impegnata da sempre sul fronte della parità dei diritti tra uomo e donna si adoperò affinché nel testo dell’articolo 3 della Costituzione, che sancisce la pari dignità sociale e l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, venisse aggiunta la locuzione “senza distinzione di sesso”.

In tempi più recenti (anni Sessanta) Lina Merlin si è impegnata all’approvazione della legge che ha portato alla cancellazione dai documenti anagrafici della dicitura N. N. che discriminava i figli di genitore non identificato. Si diceva che il nome della Merlin fosse però legato alla legge che ha portato alla chiusura delle case chiuse. Fin dagli inizi della sua attività politica (primi anni Venti) la Merlin si dedicò ad analizzare la condizione della donna nell’Italia del tempo. Scrivendo nel lontano 1922 un articolo dall’emblematico titolo di “Maddalene” sul periodico “Eco dei Lavoratori” sostenne che “È il difettoso sistema economico-sociale che crea la necessità della prostituzione. Bisogna trasformare la società attuale e la vergognosa istituzione cesserà…”

Si può oggi forse sorridere della ingenua fiducia dei marxisti di un tempo che basti modificare il quadro economico e sociale per eliminare tutti i vizi e i difetti della società capitalistica ma questo articolo dimostra quanto la Merlin, fin dal 1922, fosse interessata al tema della prostituzione che, ancora oggi è presente, terribilmente presente, nel nostro Paese. Il disegno di legge per l’abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia e la conseguente soppressione delle case di tolleranza” è stato presentato in Senato dalla Merlin nell’agosto del 1948. L’iter legislativo, nonostante l’ ampio consenso – sulla carta – delle forze politiche di centro e di sinistra, è stato contrastato e ha dimostrato l’arretratezza culturale e morale del Paese che non ha risparmiato il sarcasmo verso la Merlin.

L’approvazione della legge è avvenuto nel febbraio del 1958 (dieci anni dopo la presentazione del disegno di legge) ma da essa sono state espunte talune parti importanti e di cui oggi avvertiamo la mancanza nell’opera di contrasto alla prostituzione e alla tratta di giovani donne e minorenni: l’istituzione di centri di assistenza e di un corpo di polizia femminile per l’aiuto alle donne che intendevano abbandonare la prostituzione. Ancora oggi la sua figura può sembrare imbarazzante. Proprio quest’anno – 130° della nascita –Puppato e Locatelli hanno chiesto che un busto o un ritratto della senatrice Merlin possa prendere posto tra i busti e i ritratti dei tanti senatori che hanno operato a Palazzo Madama.

Finora nessuna decisione è stata presa. “Sul personaggio di Lina è calato un velo di oblio. Il suo nome viene associato per lo più alla norma sulla prostituzione”, spiega sulla Stampa, la Puppato. “Dobbiamo fare ancora molto. Uno degli obiettivi prioritari della Merlin era l’uguaglianza dei sessi. Ironia della sorte, adesso proprio la vicenda che la riguarda testimonia che questo traguardo non è stato ancora raggiunto”.

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