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Gran debutto a teatro per Valerio Aulicino a Roma, con l’Apocalisse del potere

Redazione

Debutto romano per l’attore reggino Valerio Aulicino il 27 e 28 gennaio al Piccolo Teatro della Garbatella a Roma. Reciterà ne “L’Apocalisse del potere – Primo Atto” sceneggiato e diretto daFrancesco Olivieri.

Come ogni disciplina artistica, il teatro deve fare parte di te, deve scorrerti nelle vene e soltanto se ciò si verifica vuol dire che sei un bravo attore, uno vero. Valerio, tappa dopo tappa, sta entrando nella nicchia degli attori impegnati. Esperienza che fa naturalmente il paio con la sua formazione di teatro classico che l’ha portato a calcare le scene di moltissime importanti rappresentazioni al Teatro Greco di Siracusa prima da allievo e poi da attore. Che il palco del Piccolo Teatro della Garbatella in Roma non sarà la piattaforma di atterraggio ma la sua rampa di lancio non è soltanto una speranza ma una convinzione!

“Ariel Saga Movie” prima di essere adattato per il teatro nasce come una vera Saga Cinematografica a tema, suddivisa sia in episodi che si svolgono in varie epoche storiche, sia ispirata a diversi generi filmici e letterari. Al fine di divulgare il messaggio e quindi di coinvolgere un pubblico curioso “Apocalisse del potere – Primo Atto – Spettacolo Teatrale” vuole trasformarsi in un episodio post-moderno, ambientandosi appunto nel 2023 in qualità di antefatto, prima dunque dei successivi eventi.

La Compagnia della Crisalide della Sirena presenta il 27 e 28 gennaio 2018 al Piccolo Teatro della Garbatella di Roma il primo spettacolo teatrale tratto dalla saga cinematografica indipendente post-moderna su tutte le facce dell’amore – “Ariel Saga Movie”, dall’idea del giovane regista Francesco Olivieri, il quale scrive e dirige una pièce peculiare, presentazione appunto del suo progetto a cui già lavora da diversi anni. Uno studio filosofico sulla natura dell’amore, che lega da sempre l’uomo e la donna.

Intenso prologo sui due sbirri delle nuvole ed Eros, il Dio dell’inganno, a guardia delle sorti dell’umanità intera. Il preludio sarà ambientato in un futuro prossimo molto distante dal nostro nel 2023, in un mondo al di là del nostro. Nello spettacolo si esprimono tutte le problematiche della vita moderna dei nostri giornisulla condizione umana – è parte della trama rivelata dall’autore. I miei personaggi non sono altro che figure metafisiche sul segreto bisogno dell’uomo comune di dar voce, corpo e spirito alle sue più vivide emozioni di alienazione e di speranza per l’incerto futuro dell’umanità contemporanea. A causa di un linguaggio piuttosto forte e di tematiche adulte e provocatorie si sconsiglia vivamente la visione dello spettacolo a bambini e anziani”.

“Inoltre, in totale accordo con lo spirito seriale dell’anima del progetto di Ariel Saga Movie, si è pensato di dividere gli adattamenti teatrali in due parti: il primo atto ad appannaggio psicologico dei soli personaggi maschili mentre il secondo include anche i personaggi femminili – spiega ancora Olivieri – ovviamente assenti in questa prima parte della storia. Ecco perché anche se essa è ambientata nell’8017, gli avvenimenti portati in scena ne delineano in qualche modo una sorta di antefatto, comunicando pertanto un’altra corrente temporale, molto più vicina ad un futuro prossimo”.

“Le atmosfere qui hanno qualcosa di vagamente western e claustrofobico. I personaggi ricordano in chiave“Sciene Fiction” (fantascienza) i vecchi western crepuscolari e indolenti di John Ford e Sergio Leone e naturalmente le narrative spionistica tanto cara a scrittori come Tom Clancy e John Le Carrè. Lo spettacolodunque è paranoico, rovente, violentemente biblico e metafisico. Ferisce e provoca la coscienza dello spettatore più attento senza avere mai paura di mettere in piazza i suoi demoni privati e le sue ipocrisie sociali più profonde – dice infine – se è vero “Che siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni” o incubi personali, allora dovremmo fare più attenzione a cosa pensiamo o diciamo a noi stessi un attimo prima di chiudere oppure aprire gli occhi sulla realtà della vita”.

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