Inizia stasera, alle 21,30, allo Stadio San Vito-Marulla, l’avventura cosentina di “Notre Dame de Paris”, l’opera musicale prodotta da Clemente e David Zard e musicata da Riccardo Cocciante su libretto di Luc Plamondon (la versione italiana è di Pasquale Panella).
Questa mattina a Palazzo dei Bruzi la conferenza stampa alla presenza di Giò Di Tonno, protagonista maschile dello spettacolo nel ruolo di Quasimodo.
L’incontro con i giornalisti si è aperto con la consegna a Giò di Tonno, sorta di alfiere dell’intero cast, produttivo ed artistico, di “Notre Dame de Paris”, del “Riccio d’argento”, realizzato dall’orafo crotonese Gerardo Sacco ed attribuito all’opera musicale di Riccardo Cocciante come “miglior produzione musicale di opera moderna di sempre”. Un riconoscimento che rientra nel Festival-Rassegna del Miglior live nazionale e internazionale, diretto dal promoter Ruggero Pegna e giunto quest’anno alla sua trentunesima edizione.
A fare gli onori di casa, nel salone di rappresentanza, l’Assessore alla comunicazione e grandi eventi Rosaria Succurro e il collega di giunta, con delega allo sport, Carmine Vizza. Il Comune, come è noto, ha non solo patrocinato l’evento, ma concesso, a titolo gratuito, lo Stadio San Vito-Marulla.
Nel suo indirizzo di saluto l’Assessore Succurro ha sottolineato la straordinarietà dell’evento. “Per poter fare dei grandi eventi – ha detto Succurro -è importante che alle Amministrazioni pubbliche si affianchino dei manager che abbiano non solo passione, ma anche le competenze giuste ed il coraggio di investire. Cosenza è una città che sta investendo molto in cultura, in eventi e soprattutto in turismo e questo possiamo definirlo un vero e proprio evento di turismo culturale, proprio perché andrà ad attirare in queste tre giornate veramente tante presenze. Occasioni come questa – ha concluso Rosaria Succurro – rappresentano la base di partenza per percorsi virtuosi di marketing territoriale, volti ad aumentare l’attrattività della nostra città”. Particolarmente friendly l’approccio di Giò Di Tonno con i giornalisti e i fans che lo hanno atteso al suo arrivo a Palazzo dei Bruzi.
Il primo impatto di Giò Di Tonno con “Notre Dame de Paris non fu dei migliori. Ed è lui stesso a raccontarlo: “era il 1999, io e la mia compagna araba stavamo facendo un’escursione nel deserto in macchina. Tirò fuori un cd e mi chiese se conoscessi lo spettacolo di Cocciante “Notre Dame de Paris”. Dissi che avevo sentito qualcosa. Cercò di convincermi dicendo che in Francia aveva avuto un grande successo. Nel deserto, sinceramente, con una nuova compagna, pensavo a tutto tranne che ad ascoltare Notre Dame de Paris. Poi il destino – ha aggiunto Di Tonno – ti riserva sempre sorprese incredibili e dopo qualche mese mi chiamarono per i provini e le audizioni. E da lì cominciò quell’avventura che si è fatta storia nel tempo. E’ uno spettacolo che ho amato e che amo tantissimo. Ho avuto la fortuna – e non è sempre così- di interpretare un ruolo che è entrato veramente nell’immaginario collettivo. Ed è bello essere qui dopo quindici anni, ancora a raccontarlo e ancora ad emozionare il pubblico da quel lontano ’99 e poi dal debutto vero e proprio che fu nel 2002 al Gran Teatro di Roma”.
A chi gli domanda quale la forza di un meccanismo così longevo che vince la sfida del tempo, risponde che “anche Cocciante si è chiesto quale fosse il segreto di un successo così grande. Credo che risieda nella sua popolarità, nell’accezione più nobile del termine, e nel fatto che le canzoni dell’opera arrivino a destinazione in maniera semplice. Si è riusciti a costruire uno spettacolo ispirato e non commissionato, come spesso succede. Notre Dame de Paris ha segnato uno spartiacque. Il segreto sta nella sincerità e nella fusione degli ingredienti che funzionano a meraviglia ed in un meccanismo che non ha nessuna falla. Quello che fa poi la differenza è il taglio internazionale di questo spettacolo”.
La conferenza stampa di questa mattina ha riservato anche un colpo a sorpresa, quando Giò Di Tonno ha chiamato accanto a sé, confuso in mezzo alla platea, Renato Capalbo, ballerino di Cosenza che abita a Cerisano e che fa parte del cast dei 30 ballerini che hanno avuto la fortuna di andare in tournèe con lo spettacolo. “Sono andato in tutta Italia – ha detto Capalbo – ma venire qui, nella mia città, è l’emozione più grande. Sono troppo felice”. In platea, a sprizzare anche lei felicità da tutti i pori, la sua insegnante, Angela Tiesi, della scuola di Mirella Castriota. “I miei insegnanti – ha detto ancora il ballerino di Cosenza – mi hanno aiutato a crescere e a prendere decisioni importanti come quella di andar via di casa. E’ stato come un percorso di accompagnamento. Quando capisci che il tuo destino è quello, le decisioni riesci a prenderle con più leggerezza e le soddisfazioni non tardano ad arrivare”. All’incontro con la stampa ha preso parte anche il dirigente del settore cultura del Comune Giampaolo Calabrese.
A tirare le somme, il promoter Ruggero Pegna. “Ritrovare Giò Di Tonno dopo 15 anni è per me è una notevole emozione perché è come se rileggessimo la nostra vita che abbiamo dedicato a delle passioni, a dei progetti, ognuno nel suo ruolo. Io ho iniziato 32 anni fa con David Zard che è un po’ il mio padre putativo e che mi ha indirizzato sulla strada di questo mestiere”. Poi Pegna ha ricordato lo sforzo economico cui si è sobbarcato per “Notre Dame de Paris”: “un evento da circa 500 mila euro che mi sono caricato sulle spalle”. Settemila i biglietti venduti finora. Pegna indica come traguardo quota diecimila. “Ci tenevo che Notre Dame arrivasse a Cosenza. Abbiamo messo su un palcoscenico che è un fabbricato, con centinaia di persone al lavoro. Un cantiere a tutti gli effetti. A settembre, all’Arena di Verona chiuderà questo ciclo durato 15 anni. Da stasera anche i cosentini potranno dire: “c’ero anch’io””.
Inizia stasera l’avventura cosentina di “Notre Dame de Paris”.
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