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Il Leonardo dei record

Redazione

Con quei 450,3 milioni di dollari si sarebbero potuti acquistare 450 mila iPhone X. Una somma poco più alta del Pil di Tonga (439 milioni) e dei 422 milioni pagati dal Whitney per costruire la sua nuova sede sulla High Line. Un anonimo ma determinato compratore ha sconfitto tre agguerriti rivali in 19 minuti di corsa al rialzo che ha fatto diventare il Salvator Mundi di Leonardo offerto da Christie’s l’opera d’arte più costosa della storia. Il quadro raffigurante Gesù salvatore del mondo sarebbe stato stato dipinto in Francia intorno al 1500 per un committente della casa reale. La casa d’aste l’ha definito “l’ultimo Leonardo”, intendendo così l’ultimo quadro del maestro della Gioconda ancora di proprietà di un privato. Una campagna di marketing in stile “Da Vinci Code” aveva preceduto la vendita, ma anche polemiche e grane legali. Oggi sul New York Times il critico del giornale Jason Farago ha storto il naso definendo il quadro “un diligente ma non particolarmente notevole dipinto religioso della Lombardia di metà del Cinquecento passato attraverso un torchio di restauri”. Secondo Todd Levin, consulente d’arte newyorchese, ieri da Christie’s si è consumato “un epico trionfo del branding e del desiderio sul parere dei conoscitori e sulla realtà”. Il Salvator Mundi ha una storia complicata: ritrovato ai primi del 2000 e attribuito a discepoli di Leonardo, nel 2005 fu comprato da un consorzio di galleristi per meno di 10.000 dollari e per loro conto restaurato e autenticato come Leonardo. Il debutto nel 2011 alla mostra leonardesca della National Gallery di Londra aveva consolidato la fama. A Christie’s il quadro era stato consegnato dal 50enne miliardario russo Dmitry Rybolovlev (il proprietario del Monaco Football Club), che a sua volta lo aveva comprato nel 2013 dal commerciante d’arte francese Yves Bouvier per 127 milioni di dollari. Bouvier aveva pagato il quadro circa 50 milioni di dollari solo qualche mese prima: quando era emersa la notizia, Rybolovlev aveva fiutato una truffa e avviato azione legale. Christie’s ha venduto il Leonardo come il lotto n.9 di una vendita di arte moderna e contemporanea: destinata cioè a clienti abituati a sborsare decine di milioni di dollari per un segmento di mercato considerato più vitale dei quello degli “Old Masters”. La scommessa ha pagato. Ieri, sotto il martello del battitore, Leonardo ha polverizzato i 60 milioni pagati per “60 Ultime Cene” di Andy Warhol. “E’ un momento storico”, ha detto il battitore Jussi Pylkkanen quando il Salvator Mundi ha superato il giro di boa dei 300 milioni e uno dei compratori ha proceduto al rialzo a colpi di 30 e poi 20 milioni per sbaragliare gli avversari. Nel salone gremito di vip (tra gli altri il gallerista Larry Gagosian, il collezionista cinese Budi Tek, la moglie di Roman Abramovich, Dasha Zhukova, l’artista Gerhard Richter), l’offerta vincente è arrivata per bocca di Alex Rutter, capo del dipartimento arte contemporanea di Christie’s: “E’ stato il momento più emozionante della mia carriera”, ha dichiarato dopo lo storico colpo di martello finale. (ANSA).

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