L’Italia è stata l’apripista ma da ora in tutta Europa i libri elettronici potranno costare quanto quelli cartacei: dal Parlamento europeo arriva il via libera definitivo alla proposta della Commissione Ue che permetterà agli Stati membri di abbassare l’Iva sugli ebook allineandola con quella imposta ai libri cartacei. Manca ormai solo un timbro formale del Consiglio, dove il dossier è in agenda il 16 giugno, ma che dovrebbe essere un mero passaggio formale. Un accordo tra gli Stati dell’Ue è stato infatti già raggiunto all’Ecofin dello scorso 21 marzo. Gli editori, insomma, possono cantare vittoria.
La modifica alla direttiva del 2006 sull’Iva per l’e-commerce, che riguarda la tassazione applicata a libri, quotidiani e periodici, è stata approvata dall’aula del Parlamento ad ampia maggioranza: 590 voti a favore, 8 contrari e 10 astensioni. Esulta il ministro dei beni culturali Dario Franceschini: “La battaglia condotta dall’Italia – dice – si conclude oggi con una vittoria che permetterà di non operare più alcuna distinzione fiscale tra libri, giornali e periodici online e cartacei. Una decisione già anticipata dal nostro Paese nelle ultime leggi di stabilità viene così adottata da tutta l’Europa”. Ad oggi gli e-book devono essere tassati come minimo al 15%, mentre gli Stati possono applicare per i libri un tasso del 5% e in alcuni casi dello 0%. “L’Italia – spiega il presidente dell’Associazione Italiana Editori Federico Motta – dal 1 gennaio 2015 ha scelto di applicare l’Iva al 4% e non più al 22% per i libri digitali come per i libri di carta. Siamo stati i primi a chiedere che l’Iva fosse equiparata”.
Una decisione, quella presa a suo tempo dal governo, per la quale era stata paventata anche una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea nei confronti dell’Italia. La svolta, dopo anni di pressing da parte di editori e librai, è arrivata a dicembre scorso quando la Commissione Ue ha inserito la norma in un nuovo pacchetto che modernizza l’Iva adeguandola al mondo digitale. Ora brinda anche la Federazione degli editori europei. “Il Parlamento – dice il presidente della Fep Henrique Mota – ha sposato la causa della fine della discriminazione fiscale tra libri stampati e digitali”.