Centinaia di reggini e turisti hanno assistito allo spettacolo impreziosito da alcuni tra i brani più iconici della storia della musica italiana
La suggestiva cornice di piazza Castello ha ospitato una delle “perle” del cartellone di eventi musicali previsti nell’ambito del Festival ReC inserito nell’Estate Reggina: il live di Cristiano De Andrè prodotto da Esseconcerti
Figlio d’arte del grande Faber nei fatti Cristiano è un brillante ed eclettico musicista (polistrumentista di “razza”) che non ha mai voluto vivere artisticamente all’ombra del padre: ha scelto e voluto un proprio percorso artistico-musicale che lo distinguesse stilisticamente facendogli acquisire un proprio peso specifico.
Un pubblico attento gremisce i posti ordinatamente assegnati in piazza ed attende con curiosità un concerto che si rivelerà straordinariamente intenso. La presentazione tocca proprio all’artista il quale si racconta attraverso le tappe e le fasi che lo hanno visto crescere musicalmente proprio accanto al padre sui palchi di alcuni importantissimi tour.
Il coraggio di osare e scegliere la musica come orizzonte di vita e professionale sebbene scoraggiato, inizialmente, proprio da Fabrizio che lo avrebbe voluto veterinario.
Invece Cristiano si conquista uno spazio di tutto rispetto con lo studio accademico del violino, prima, e con una poliedricità invidiabile che nel tempo diventa caratterizzante.
“The best of the best” è il progetto che approda a Reggio Calabria: una selezione, su oltre 40 brani, del meglio della produzione artistica del padre alla quale Cristiano stesso compartecipò, implementandola anche dopo la morte di Fabrizio.
Ci mette poco a riscaldare il pubblico ed a far vibrare le corde più profonde dell’anima: bastano gli attacchi di alcuni capolavori per far battere mani a ritmo e cantare coralmente.
Una scaletta equilibrata: tra melanconia poetico-esistenziale e ballate di disarmante attualità. Colpisce vedere anche giovanissimi che conoscono a memoria i testi anche dei brani più ostici o meno noti; a piazza Castello ci sono cinque generazioni unite dalla magia della musica.
Cristiano non si ferma, non sbaglia nulla, canta ed incanta con una timbrica vocale da far venire i brividi; quando si ferma lo fa per esprimere e condividere profonde riflessioni: vale per un appello contro ogni guerra, contro il genocidio a Gaza ma anche per un invito a rileggere Cristo ed il suo potente e rivoluzionario messaggio d’amore. Incassa applausi ed emozioni; anche in queste considerazioni più intimiste ma di grande spessore etico.
Alla conclusione di ogni brano si uniscono sorrisi a commosse lacrime. Il coinvolgimento emotivo è tanto ed artefici di questo sentimento sono anche gli eccellenti musicisti che accompagnano Cristiano in modo encomiabile ed impeccabile.
Il concerto sembra non finire più, il pubblico si entusiasma in modo crescente fino a divenire un tutt’uno con il palco in un unico canto. Bocca di rosa, la Guerra di Piero, Marinella, Andrea, sono solo alcuni dei “diamanti” di casa De Andrè che fanno brillare gli occhi ad ogni parola.
Gli adattamenti stilistici e quelli estetico-musicali non tradiscono mai l’originale, sempre aggiungendo creativamente tocchi di qualità; una sublimazione assolutamente apprezzabile che arricchisce espressivamente la performance.
Cristiano affida a “Fiume Sand Creek” la chiusura del live ricordando i massacri delle minoranze e gli orrori del passato e del presente con un invito a neutralizzare l’odio sempre con l’amore. La gente risponde, applaude, si coinvolge: è un climax di emozioni che strappa dalle sedie tutti trasformando una finora composta piazza in una festa.
Nessuno vuole che finisca qui e partono i cori per un dovuto bis che Cristiano concede compiaciuto andando finanche oltre le aspettative: Creuza de Ma, Volta la Carta, il Pescatore ed un “Amore che vieni, amore che vai” in solo al piano che conquista ogni sentimento consegnando infine al pubblico di piazza Castello un distillato di romanticismo puro.