Figura a dir poco poliedrica (scrittore, interprete e compositore, nonché volto prestato con grande efficacia ad alcune delle più innovative opere teatrali e cinematografiche degli ultimi anni), Peppe Voltarelli continua a portare in giro il suo personale omaggio a una delle più nitide espressioni della cultura meridionale, con l’originale e coinvolgente rivisitazione dello sterminato repertorio di Otello Profazio, inarrivabile interprete delle tante anime del Meridione: la prossima tappa sarà il 2 settembre, alle 21.30, a Roccabernarda, alla rassegna Radici in Movimento, dove si esibirà in un concerto solista nel Teatro Greco.
Concepito come la simbolica rappresentazione di un patto intergenerazionale tra l’antesignano del folk revival in Italia e il più emblematico esponente della cosiddetta “onda calabra”, lo spettacolo, tratto dal cd-book Voltarelli canta Profazio, edito da Squilibri, intende ricreare sul palco l’atmosfera dei vecchi racconti in musica dei cantastorie, restituita alla visione e all’ascolto secondo modalità e forme espressive al passo con i tempi. Sull’esile tappeto musicale di quei racconti si è così innestata una ricca fioritura di suoni, ritmi e melodie per animare una straordinaria macchina musicale, esaltata dalla voce potentemente espressiva, e ricca di una sorprendente pluralità di declinazioni, di Peppe Voltarelli, mentre ai quadri statici dei vecchi cartelloni da cantastorie si sono sostituite più dinamiche installazioni multimediali, con l’intento di recuperare a una fruizione più estesa e pienamente condivisa pagine memorabili della cultura e della canzone d’autore italiana.
I brani più rappresentativi dello sterminato repertorio dell’ultimo dei cantastorie, rivisitati dal più estroso e originale dei crooner di casa nostra, come tessere di un mosaico, convergono nella rappresentazione dolente e stralunata di un Sud assunto come metafora di una condizione più generale, dove l’epica lascia presto il passo all’ironia per cantare, a passo di danza, la delusione amara di un presente eternamente eguale a se stesso.
Questo ultimo lavoro discografico di Voltarelli, del resto, risponde all’intento di rivendicare con fierezza le proprie origini, senza lasciarsi tentare da fughe estetizzanti verso lidi lontani, e all’urgenza di denunciare la drammatica attualità di un’irrisolta ‘questione meridionale’ senza mai cedere al lamento compassionevole o all’autocommiserazione pietosa. A Roccabernarda Voltarelli non mancherà di eseguire anche i brani più rappresentativi del suo repertorio che gli hanno guadagnato un ampio seguito di pubblico, anche fuori dai confini nazionali, e lusinghieri riconoscimenti di critica, tra i quali per ben due volte il Premio Tenco, fino a scalare le classifiche di molti paesi europei ed extra-europei e ad avviare collaborazioni di grande prestigio con artisti come l’argentino Kevin Johansen e il The Tiptons Sax Quartet di New York.
Radici in Movimento, Peppe Voltarelli in concerto a Roccabernarda
81