In migliaia hanno acclamato lo storico cantautore che per due ore ha infiammato il pubblico reggino con alcuni intramontabili successi ed un tributo alla sua anima rock
Era stato Achille Lauro ad aprire la rassegna reggina di piazza del Popolo del Festival della cultura diffusa “Morgana”, promosso dal Comune di Reggio Calabria e realizzato con i fondi Fus. Dopo la bella serata degli Oblivion, questa volta, a portare migliaia di persone nella piazza che è sempre più la casa della musica per tutti i reggini, è stato il “vulcano” sempre attivo Edoardo Bennato, evento organizzato dalla compagnia Scena Nuda.
Non è la t-shirt che indossa con la scritta “campi flegrei” che richiama questa percezione ma la sua inesauribile energia che, in un attimo, cancella i suoi 78 anni all’anagrafe ed imprime su un pubblico attento ed appassionato una sola parola: Rock.
Bennato è rocker purosangue e spiega, nei suoi intermezzi, che fa rock perché è un “rinnegato”. E forse anche “un indomito, ribelle, rivoluzionario con una grande anima”.
La piazza si riempie in serata quando il concerto inizia e l’attacco della musica accende il pubblico che intona subito i cori di accompagnamento per un’intramontabile “Sono solo canzonette”. L’artista, in versione one man band, si presenta solo con chitarra a tracolla, pedale per il kick che dà ritmo ed un kazoo ad archetto: l’immagine inequivocabilmente più iconica e riconoscibile di Edoardo.
Arrivano anche gli altri musicisti e, immediatamente, mettono le ali al live trasformandolo in una sorta di treno ad alta velocità; il batterista è un instancabile locomotore ma anche il resto della band non lascia scampo ad alcun tipo di dubbio: il livello è veramente eccellente.
Gli assoli graffianti dei virtuosi chitarristi ipnotizzano un pubblico entusiasta ed accompagnano Bennato in un crescendo di emozioni e coinvolgimento. Gli appelli contro le guerre, le metafore dei personaggi di Pinocchio, l’invito a tornare bambini e liberarsi dai pregiudizi: non solo musica ma anche impegno sociale e pregevoli riflessioni.
Tra le tante non passa inosservata quella sulla “calunnia”, con una dedica espressa a Enzo Tortora ed a Mia Martini che strappa una bella standing ovation: ricordando che una maldicenza può rovinare la vita a qualcuno e quel qualcuno potremmo essere noi. E poi un dovuto tributo morale al maestro di musica, di chitarra in particolare, Giacomo Maria Caridi di Roccella Jonica, artista che formò i fratelli Bennato.
Sullo sfondo del grande palco ogni brano è accompagnato da video che ne potenziano scenograficamente ed espressivamente l’impatto e l’efficacia.
Dopo oltre due ore arriva una chiusura tra applausi scroscianti e la consueta ed urlata richiesta di tornare sulla scena che l’artista non tradisce mantenendo caldi gli animi con qualche ultima ciliegina. Un “dulcis in fundo” che raccoglie acclamazione ed incassa l’affetto, la stima e la gratitudine delle migliaia di persone accorse. Un sicuro successo per un rocker senza età.