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Tour di presentazioni nella provincia di Bari per lo scrittore crotonese Piero Vrenna

Redazione

Piero Vrenna, autore del libro “Con Piero in moto per l’Italia”, terrà una serie di presentazioni nella provincia di Bari insieme al suo compagno di viaggio Gian Piero Papasodero. Piero ha problemi motori dalla nascita e un giorno del 2012 ha chiesto al suo amico centauro se potevano fare insieme un giro per l’Italia in Harley Davidson. Sembrava uno scherzo la risposta affermativa dell’amico e invece un anno dopo erano a scorrazzare insieme per lo Stivale tra la meraviglia e l’ammirazione di migliaia di motociclisti, automobilisti e fan. Tra sabato 14 aprile e domenica 15 aprile si terranno incontri con Piero per parlare della storia vera di un sogno.

Sabato 14 aprile alle ore 20:00 presentazione a Polignano a Mare, presso la Chiesa della Trinità. L’evento è organizzato con il patrocinio del Comune di Polignano a Mare.

A seguire, alle ore 23:00, Piero sarà ospite del ristorante-pizzeria “Terre di Puglia” a Castellana Grotte, e sarà possibile chiacchierare con lui o farsi autografare la copia del libro.

Domenica 15 aprile alle ore 12:30, presso la “Massera Giangrande” a Polignano a Mare si terrà l’evento “A pranzo con Piero”.

Alle ore 18:00
l’appuntamento sarà a Conversano, con Piero che presenta il libro presso “LABottega – Laboratorio Urbano Conversano”. Alle ore 21:30 infine, Piero incontrerà i lettori presso il pub-pizzeria “Antica Roma” a Castellana Grotte.

Con Piero in moto per l’Italia” racconta il viaggio che Piero e il suo grande e speciale amico Gian Piero hanno fatto su Harley Davidson in giro per l’Italia, visitando alcuni tra i più importanti concessionari della casa motociclistica statunitense. Molti sono gli autori che parlano delle loro esperienze di viaggio, e tanti tra essi infarciscono le storie di situazioni narrative ad eff etto, a volte poco credibili e altre opportune, per cercare di renderle interessanti e sedurre editori e lettori. Il racconto di Piero, scritto da lui con estrema semplicità per arrivare a tutti, è un percorso lineare di un viaggio in cui ogni cosa va come programmato e previsto. Ma in questo viaggio così normale vi sono degli elementi straordinari e magici: 1) Piero nel quotidiano può spostarsi solo su sedia a rotelle motorizzata, ma vive un’esistenza ricca all’insegna del “PUOI SE VUOI”; 2) mai Piero si compiange e cerca commiserazione e conforto nel suo compagno di viaggio Gian Piero e in noi lettori; 3) Piero ci insegna che cos’é la vita e come va vissuta, e ci fa capire quanto siamo defi cienti nell’immaginare una pagliuzza come trave e nel vedere davanti a noi limiti ‘insormontabili’ che senza grandi sforzi supereremmo se fossimo meno stolti, autolimitati e impauriti dalla vita. Per tutto questo, il testo di Piero è toccante, educativo e da ricordare. Non ci sono aggettivi abbastanza forti e calzanti per far comprendere quanto siano speciali e puri Piero e questo racconto.

“La vita alterna momenti belli ad altri brutti. Questi ultimi umanamente fanno paura, ma ti forgiano e ti fanno divenire l’uomo che sei, dandoti la forza di non abbatterti davanti agli ostacoli che ogni giorno ti si innalzano davanti. Sono Pier Francesco Vrenna (Piero per gli amici), sono nato a Crotone nel dicembre del 1973, ma il lieto evento si è mischiato al dramma perché, per una serie di errori commessi da qualcuno dell’equipe medica, mi è stata negata la gioia di poter camminare con le mie gambe. Sono cresciuto nelle di fficoltà vedendole come normalità, perché con esse ci sono nato e perché “io sono quel che penso” grazie a chi mi ha insegnato che cos’é la vita e come viverla, e allora conduco un’esistenza normale e provo gioia nelle mie giornate per quel che faccio, per l’amore che ho intorno e per i risultati che raggiungo. All’età di 5 anni uscivo per la strada sotto casa da solo con un piccolo carrettino di legno e amavo poter giocare, lanciarmi in discesa, cadere e farmi le ossa come tutti gli altri bimbi del mio rione. Crescendo ho subito numerosi interventi chirurgici, ma stando negli ospedali al fianco di ragazzini più gravi di me o, peggio ancora, bimbi colpiti da tumori di vario tipo, in quei momenti bui, pur nelle mie condizioni, capivo quanto fossi fortunato. Proprio a causa di un tumore, a 19 anni persi mio padre; però la so fferenza non mi indusse ad abbattermi, anzi mi spinse a divenire velocemente un uomo, e più determinato. Sono riuscito a diplomarmi e a prendere due lauree; la prima in Scienze della mediazione linguistica e la seconda in Scienze politiche e relazioni internazionali. Ho raggiunto gli obiettivi che mi ero prefi sso, perché se si crede in quel che si fa nulla è impossibile. In questo mio tour in Harley, ogni volta che salivo in moto provavo quel bel senso di libertà che mi emozionava e amavo da piccolo tutte le volte che mi lanciavo col mio carrettino di legno dalla discesa del mio quartiere.”

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