Ci saranno anche le Ebbanesis nel programma di “Napul’è”, le tre giornate dedicate alla cultura napoletana dal ‘500 ai nostri giorni in scena nel centro storico di Catanzaro dal 30 ottobre al 1 novembre nell’ambito del XXI Festival d’autunno. Al duo canoro napoletano spetterà infatti chiudere la serie di proposte dal tema partenopeo con un concerto che terrà giorno 1 novembre alle ore 18 al Museo Marca. “Transleit”, questo il titolo del concerto, ripercorrerà i brani dell’omonimo album, il secondo del duo formato da Viviana Cangiano, voce, e Serena Pisa, voce e chitarra, che le ha definitivamente consacrate in tutta Italia: con una popolarità nata e cresciuta rapidamente sui social media, il famoso duo delle Ebbanesis – che significa letteralmente le sorelle dei soldi, e-bbane-sis – si è affermato per l’originalità degli arrangiamenti per voce e chitarra, ed infatti proporrà una scaletta dei successi che le hanno fatte conoscere, come ha spiegato la stessa Viviana Cangiano: «Sono un po’ di anni che portiamo avanti questo progetto di traduzioni, da qui “transleit” – che è l’italianizzato, o napoletanizzato “translate” inglese che significa “tradurre” – Sono canzoni nazionali e internazionali tradotte dallo spagnolo, dall’inglese, dall’italiano in napoletano da me e Serena. Questa è la maggior parte del repertorio che stiamo portando in giro in questo periodo, quindi anche se la scaletta del concerto sarà decisa al momento, perché ci facciamo molto influenzare dal contesto, a Catanzaro porteremo sicuramente “Bohemian rapsody”, “Billie Jean”, “Il valzer del moscerino”, “Alfonsina y el mar”, che facciamo quasi di default, poi faremo sicuramente un omaggio a Pino Daniele, per arrivare alla conclusione del concerto con una parte molto popolare, un po’ più folk che pure ci appartiene».
E sul napoletano, sulla efficacia della lingua partenopea in queste traduzioni, Vigiano ha le idee molto chiare: «Premesso che la musica napoletana è sempre stata famosissima – ha detto – In questo periodo storico il napoletano sta andando molto in voga: quando abbiamo iniziato noi, che forse non siamo state le prime, ma con “Bohemian rapsody” che è quella che ha avuto più successo non si traduceva ancora così tanto in napoletano, invece adesso vedo anche sulle varie piattaforme che molti artisti tendono a tradurre tutto ciò che è possibile, in napoletano. Perché? Basta pensare al rap: quello napoletano viene ascoltato molto di più rispetto a quello milanese o dell’hinterland milanese. Questo perché il napoletano, per quanto ho sentito, arriva più velocemente, ci si sente più rappresentati, anche essendo di Pordenone, è molto più empatico rispetto a ogni altro dialetto. Ciò che penso io è che il napoletano avvantaggia perché ti spiega meglio il significato. Tradurre il napoletano è un vantaggio: quando lo si sa fare, perché tradurre alla lettera non serve, ma se ci si mette più poetica, si riesce col napoletano a spiegare meglio il significato stesso del brano. Non è un nostro pregio, intendiamoci, è proprio una caratteristica del napoletano: è melodico, poetico, le parole sono tonde, avvantaggiano chi lo fa».
Un simile successo, se lo sarebbero mai aspettato, le Ebbanesis? «Nasciamo come attrici e cantanti, abbiamo sempre calcato il palco: quando abbiamo pensato di mettere insieme questo progetto lo abbiamo fatto per gioco, come divertimento tra me e Serena – ha raccontato Viviana –. Poi è successo che i nostri follower sono diventati pubblico in carne e ossa che ci è venuto a seguire subito dal vivo: non è così facile quando condividi un progetto musicale sui social. La maggior parte delle volte il pubblico è virtuale, ti ascolta, vede i video, mette like, ma molti non fanno i live, e invece con noi il pubblico c’è sempre stato anche e soprattutto dal vivo: è un grande privilegio per noi, ma non ce lo aspettavamo. E meno male, aggiungo, altrimenti non saremmo venute a Catanzaro».
«La musica delle Ebbanesis trasmette emozioni autentiche, celebrando la cultura e l’identità del sud Italia – ha affermato il direttore artistico del Festival d’autunno Antonietta Santacroce – Viviana e Serena uniscono le loro voci in armoniose melodie, accompagnate dalla chitarra, creando un sound fresco e coinvolgente, reintepretando i brani della tradizione napoletana in una sorta di omaggio alle radici, ma al contempo un’apertura verso nuove sonorità. Le Ebbanesis rappresentano una voce fresca e innovativa della musica napoletana contemporanea, da qui il titolo che il Festival ha voluto dare al loro concerto “La canzone napoletana 4.0”».
In attesa di ascoltare le Ebbanesis, ricordiamo che il programma di Napul’è del XXI Festival d’autunno – sostenuto da Regione Calabria/Calabria Straordinaria; Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia; Comune di Catanzaro, Fondazione Carical, oltre che da vari Enti privati – inizierà questa sera alle 21 al Teatro Politeama con l’attesissimo musical “Mare Fuori”, diretto da Alessandro Siani, con gli stessi interpreti della omonima serie televisiva dal successo planetario, che incontreranno il loro pubblico prima dello spettacolo, alle ore 18 al Piccolo del Politeama. L’ingresso sarà consentito solo ai possessori del biglietto. Napul’è proseguirà poi giovedì 31 alle ore 18 alla chiesa Sant’Anna con la conferenza di Maria Primerano su “Pergolesi e l’ambiente musicale napoletano del ‘700”, e alle 21 al toko56 Teatro Politeama con lo spettacolo “Accarezzame. Canti di amore e gelosia” dell’Orchestra Sinfonica Brutia, ideato e diretto dal maestro Francesco Perri, per la regia di Luca Mazzei, con l’attore e chitarrista Antonio Francesco Conti, la cantante Giada De Luca.