Ogni anno l’evasione dell’Iva in Europa sottrae alle casse degli Stati oltre 150 miliardi di euro, di cui 50 miliardi (o 100 euro a testa a cittadino europeo) solo a causa di regole obsolete sulle transazioni transfrontaliere, esentate dal pagamento della tassa e quindi incentivo alle frodi. Per questo la Commissione ha lanciato “la più grande riforma dell’Iva in un quarto di secolo”, con l’obiettivo di abbattere l’evasione dell’80%. La proposta prevede di abolire l’esenzione esistente, che consente alle società criminali di vendere e rivendere merci in molti Stati, raccogliendo l’Iva e poi sparendo senza versarla ai Governi (‘frode carosello’).
Inoltre, pagare la tassa sarà più semplice grazie al ‘One Stop Shop’, un unico portale online, nella propria lingua, sul quale assolvere a tutti gli obblighi indipendentemente dal Paese con cui si sta effettuando la transazione. Saranno gli Stati poi a passarsi l’Iva raccolta, in base al principio di “destinazione”, ovvero l’Iva è sempre pagata allo Stato del consumatore finale e con la sua aliquota. Come avviene già ora con i servizi online.
Vengono poi semplificati gli oneri burocratici, ad esempio i venditori potranno preparare ricevute in base alle regole dei propri Paesi senza e non dovranno più fare una lista delle transazioni cross-boarder per le loro autorità fiscali. La proposta introduce poi la nozione di ‘Certified Taxable Person’, ovvero una categoria di venditore ‘di fiducia’ che beneficerà di regole semplificate grazie al certificato che avrà ottenuto dimostrando di aver assolto sempre ai diversi obblighi fiscali.
“Venticinque anni dopo la creazione del mercato interno società e consumatori ancora affrontano 28 differenti regimi Iva quando operano tra Stati. Criminali e terroristi hanno sfruttato questi punti deboli per troppo tempo, organizzando frodi da 50 miliardi di euro all’anno. Questo sistema anacronistico basato sui confini nazionali deve finire, gli stati devono considerare le transazioni transnazionali con operazioni domestiche entro il 2022″, ha detto il commissario alla fiscalità Pierre Moscovici.