“L’emendamento del Governo sulle pensioni alla proposta di legge di Bilancio 2018 conferma e rafforza ulteriormente le valutazioni negative espresse dalla Cgil. Per questo il 2 dicembre saremo in piazza per cambiare il sistema previdenziale, per sostenere sviluppo e occupazione, per garantire futuro ai giovani”. È quanto dichiarato dal segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli.
“Anche se il Governo continua ancora a fornire dati ampiamente sovrastimati – prosegue – è evidente che si tratta di un intervento marginale per le platee, le risorse impegnate, le materie trattate. Ricordiamo ad esempio – sottolinea – che sono assenti misure a favore dei giovani, del lavoro discontinuo, delle donne e del lavoro di cura. Interventi distanti dalle richieste sindacali, ma anche da quanto condiviso con il verbale del settembre 2016”. La Cgil ricorda poi che una componente numericamente importante delle attività gravose, quella dei braccianti agricoli, sarebbe ora praticamente esclusa dal beneficio.
I 14.600 lavoratori che beneficerebbero nel 2019 dell’esonero dall’aumento dell’età pensionabile in quanto impegnati in lavori gravosi sono un numero “sovrastimato”. E’ quanto spiega ancora la Cgil, che ha aggiornato la sua analisi e evidenzia come gli annunci dei giorni scorsi, che parlavano di una platea tra i 20 e 30 mila lavoratori interessati dall’esonero, siano stati contraddetti dall’emendamento del Governo “che parla di soli 14.600 lavoratori nel 2019. Ma anche questo dato, secondo la Cgil, è ampiamente sovrastimato, in particolare perché non viene considerato adeguatamente l’effetto limitativo delle clausole d’accesso. Inoltre, non si valuta che ben pochi lavoratori raggiungeranno il requisito contributivo dei 42 anni e 10 mesi (41 e 10 per le donne) previsto per la pensione anticipata”.
Secondo Ezio Cigna, responsabile previdenza pubblica della Cgil “dall’aggiornamento delle nostre stime emerge invece che la platea realmente coinvolta da queste misure sarà di circa 8mila lavoratori nel 2019, e di 8.800 nel 2020”.