Il presidente degli industriali calabresi commenta i dati sull’economia regionale, tra prospettive incoraggianti e criticità su cui intervenire in tema di attrattività del territorio e contrasto all’emigrazione di giovani e laureati
CATANZARO – Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, è intervenuto, nel pomeriggio di giovedì, alla presentazione del rapporto annuale di Banca d’Italia sull’economia regionale della Calabria. Di seguito, una sintesi del suo intervento: «La puntuale analisi di Bankitalia sull’andamento dell’economia calabrese nel 2023 contiene importanti segnali positivi da cogliere favorevolmente. Guardando alle imprese, infatti, è rilevante che tutti gli indici di bilancio finanziari, economici e patrimoniali abbiano evidenziato performance positive consolidando i risultati degli anni precedenti. Tali dati sottendono ad un tema di rilevanza strategica com’è la solidità delle imprese: attorno ad essa è possibile, quindi, programmare interventi in prospettiva affinché si rafforzi l’intero comparto produttivo calabrese».
«In questo senso, il fatto che siano cresciuti i contratti di lavoro a tempo indeterminato non fa altro che corroborare la sensazione di una maggiore fiducia delle imprese nel futuro. Inoltre, sebbene in termini assoluti la regione debba ancora recuperare molto terreno rispetto al Paese, l’ennesimo considerevole aumento consecutivo del valore dell’export calabrese fornisce uno spunto ulteriore per guardare con fiducia alla crescita delle nostre imprese. La crescita dell’export e del fatturato delle imprese che si rivolgono a un mercato esterno a quello calabrese, quindi, possono essere intesi come indicazione per tracciare la rotta verso la definizione di politiche sempre più attente a stimolare la nascita di imprese in Calabria che guardino a mercati diversi da quello interno. I dati demografici contenuti nell’analisi di Bankitalia, infatti, mettono in luce come quello che l’“inverno demografico” della Calabria (dato dalla combinazione di emigrazione, soprattutto di giovani e laureati, riduzione della natalità e invecchiamento della popolazione) si traduca non solo in rischi di medio-lungo termine per la nostra regione, ma anche in criticità contingenti. Ecco perché, da un lato per contrastare la scarsa natalità delle imprese e dall’altro per costruire un sistema produttivo altamente orientato ai più popolosi e ricchi mercati internazionali, potrebbe rivelarsi vincente spingere e incentivare gli investimenti in settori ad elevata digitalizzazione e nel comparto tecnologico».
«C’è da aggiungere che la scarsa attrattività del territorio descritta nel documento si deve addebitare, anche, ad una narrazione complessiva della Calabria su cui intervenire: le multinazionali che già operano nella nostra regione, non solo si trovano bene qui, ma vogliono investire ulteriormente in Calabria. Questo aspetto ci porta alle aree industriali: è ormai indifferibile e urgente che si concretizzino gli investimenti per la riqualificazione delle aree destinate a ospitare insediamento produttivi, altrimenti sarà ancora più difficile competere con le altre regioni del Mezzogiorno proprio sull’attrattività. Fermo restando che in quest’ottica permangono perplessità sulle prospettive della Zes Unica per il Mezzogiorno. Non è una buona notizia, infatti, l’eliminazione della decontribuzione per il Sud, che serviva a compensare delle diseconomie esterne; inoltre, permangono dubbi sull’adeguatezza delle risorse assegnate alla Zes, sul loro sistema di ripartizione e sulla scadenza del 15 novembre come data ultima per la conclusione degli investimenti per la quale non è ancora giunta una proroga. Servono certezze alle imprese per poter programmare gli investimenti dei prossimi anni».
«D’altro canto, gli sforzi che si stanno facendo per gli investimenti negli aeroporti, le performance di Gioia Tauro che si consolidano e la riduzione dei tempi di realizzazione della SS106 Catanzaro-Crotone, che già di per sé sono fattori positivi per la crescita, meritano di essere valorizzati attraverso politiche orientate a costruire un ecosistema coordinato e orientato a stimolare la logistica avanzata e quindi il ruolo della Calabria nel Mediterraneo. Parimenti, dunque, mentre si procede per il Ponte sullo Stretto, non si perda di vista l’Alta Velocità e la conclusione dell’elettrificazione della linea ferroviaria jonica, asset necessari a connettere la Calabria al resto del Paese. Infine, nel sottolineare l’esigenza di migliorare l’efficienza del sistema burocratico-amministrativo, siamo felici che i dati di Bankitalia certifichino la ricaduta positiva delle misure pubbliche a sostegno degli investimenti privati: quelle misure emanate dalla Regione sono nate anche grazie al nostro documento “Agenda Calabria”, a dimostrazione che il lavoro di ascolto delle imprese fatto da Unindustria ha saputo tradursi in azioni realmente auspicate dall’intero sistema produttivo».