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Scontro Consob-Bankitalia su vigilanza su banche venete nel 2013. Commissione cancella confronto

Redazione

La commissione d’inchiesta sulle banche cancella il confronto ‘all’americana’ fra Banca d’Italia e Consob dopo le testimonianze rese oggi in maniera separata. Il presidente Casini ha spiegato come “possano ritenersi superate le criticità circa le possibili contraddizioni dell’audizione del 2 novembre”. “Dall’esame testimoniale non sono emerse discordanze su scambi missive Bankitalia-Consob ma valutazioni divergenti su condotte”. Ai sensi del codice il confronto “presuppone non un disaccordo valutativo, ma su fatti e circostanze e non ritengo attivabile questo strumento”. La decisione dopo il botta e risposta tra Consob e Bankitalia in commissione di vigilanza sulle banche. La Consob accusa: nel 2013, non vennero segnalati ‘problemi’ in vista dell’aumento di capitale di Veneto Banca. All’epoca “fu segnalato un prezzo incoerente”, replica Bankitalia. Un “teatrino drammatico”, commenta il Movimento Cinque stelle mentre il Pd parla di “falle allarmanti”.

Renzi: ‘mancata vigilanza, ora fondo risparmiatori’ – “Ho incontrato a Padova i vertici di Banca Etica, realtà che dimostra che si può fare finanza senza perdere di vista gli ideali e i valori. E stiamo incontrando molti risparmiatori, dal Veneto a Ferrara, traditi dalla mancanza di vigilanza e di controllo. Noi abbiamo fatto la riforma delle popolari, che ha salvato il sistema, e il sostegno ai correntisti per evitare che il fallimento delle banche li travolgesse. Adesso puntiamo a creare un fondo per il risparmio tradito, come chiesto dai consumatori”. Lo scrive Matteo Renzi. “La commissione d’inchiesta sulle Banche, voluta dal Pd, sta lavorando bene per capire chi ha sbagliato. E chi ha sbagliato deve pagare: non è populismo, è giustizia”.

L’ACCUSA DELLA CONSOB – Banca d’Italia non segnalò alla Consob “problemi” di Veneto Banca in vista dell’aumento di capitale del 2013 anzi indicò che l’operazione era “strumentale a obiettivi previsti dal piano per effettuare eventuali acquisizioni coerenti con il modello strategico della banca salvaguardando liquidità e solidità”. E’ quanto afferma il dg Consob Angelo Apponi in audizione alla Commissione banche che gli ha chiesto perchè non fosse intervenuta nonostante ci fossero segnali di crisi dell’istituto veneto. “Le reazioni della Consob – ha spiegato ancora Apponi – dipendono dal tipo di informazioni e dalla convergenza di indizi. L’ispezione si fa quando esistono sufficienti indizi”. La vicenda del prezzo delle azioni “Riteniamo che sia stata seriamente trattata con una nota nel prospetto informativo che è il documento previsto dalle norme comunitarie, può piacere o no. All’epoca non avevamo indizi e infatti abbiamo proceduto quando ci hanno informato”. Apponi ha quindi ribadito che “Se avessimo avuto segnali di quella profondità avremmo reagito in maniera diversa”. Secondo il dg di Consob la lettera di Bankitalia dell’8 maggio 2013 “non mi sembra che segnalasse una sofferenza, anzi prevedeva un’acquisizione”.

LA REPLICA DI BANKITALIA – Nel novembre 2013 – ha detto il capo della vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo – la Banca d’Italia segnalò alla Consob che il prezzo per l’aumento di capitale di Veneto Banca era “incoerente con il contesto economico, vista la crisi in atto” e considerate anche le “negative performance reddituali dell’ esercizio 2012”. Lo ha detto il capo della vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo in commissione banche rispondendo a quanto segnalato dalla Consob e precisando che “questa è informativa mandata alla Consob” che, a suo parere “era più che sufficiente a far scattare il warning della Consob”.

DI MAIO, TEATRINO DRAMMATICO – “Tra Consob e Bankitalia è in atto un drammatico teatrino. Volano stracci e ci mettono così in seria difficoltà con la comunità internazionale”. Lo afferma il candidato premier M5S Luigi Di Maio nel corso di un convegno su Mps. “Dicono che il M5S non è credibile, saranno credibili loro”, spiega Di Maio che sottolinea come, se il Movimento andrà al governo, “è chiaro che chi ha vigilato finora non può vigilare più”.

ORFINI, QUADRO ALLARMANTE –  “Quello che sta emergendo in commissione banche è serio, grave e allarmante. E dimostra che abbiamo fatto bene a volere questa commissione. E a dire che il sistema di vigilanza aveva delle serie falle”. Lo scrive su Twitter il presidente del Pd Matteo Orfini, capogruppo in commissione di inchiesta sulle banche.

 

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