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Ue-19: costo lavoro +1,9% in 2017, in Italia +0,8%, sotto media

Redazione

Il costo orario del lavoro nell’eurozona è aumentato dell’1,9% nel 2017, per raggiungere in media i 30,3 euro. L’Italia ha visto un aumento dello 0,8% su anno, per arrivare a 28,2 euro l’ora, restando così al di sotto della media dell’eurozona. Nell’Ue nel suo complesso, invece, l’aumento è stato del 2,3% per un costo orario di 30,3 euro.

I Paesi in cui il lavoro ha il costo maggiore sono nel Nord e Benelux: in ordine, la Danimarca (42,5 euro l’ora), il Belgio (39,6), il Lussemburgo (37,6), la Svezia (36,5) e la Francia (36). Il lavoro resta invece più economico nei Paesi dell’Est e Baltici: a costare di meno sono i lavoratori in Bulgaria (4,9 euro l’ora), Romania (6,3), Lituania (8), Lettonia (8,1), Ungheria (9,1) e Polonia (9,4).

Nell’eurozona, gli stati membri che hanno però visto gli aumenti maggiori sono stati proprio i Baltici con la Lituania (+9%), l’Estonia (+7,4%) e la Lettonia (7%). L’unico calo è stato invece registrato in Finlandia (-1,5%). La Germania ha visto un aumento del 2,6%, la Francia dell’1,1% e la Spagna dello 0,5%. Al di fuori dell’eurozona, gli aumenti maggiori sono stati registrati sempre nei Paesi dell’Est, in Romania (+17,1%) e Bulgaria (+12%).

L’Italia, dai 22,4 euro del 2004, è passata ai 25,2 del 2008, poi ai 27,7 del 2012 per poi oscillare attorno ai 28 tra il 2015 e il 2017, con rispettivamente 28,1 euro, 28 e poi 28,2. I costi non salariali in Italia nel 2017 pesano però per il 27,5%. si tratta del quarto valore più alto dopo Francia (32,8%), Svezia (31,1%) e Lituania (28,3%), sopra la media dell’eurozona del 25,9% e della media Ue del 24%.

 

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