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FERMI NEL VIBONESE: GRATTERI “DOBBIAMO PREVENIRE”

Redazione

“Non è un caso che siamo di nuovo qui, oggi, a Vibo Valentia ma perché ciò rappresenta l’ennesima tappa di un progetto di sicurezza che abbiamo avviato da un anno e mezzo a questa parte in questa porzione di territorio calabrese”. Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, nel corso della conferenza stampa indetta a seguito dell’operazione “Black Windows”. “Gente – ha aggiunto Gratteri – che si stava organizzando per uccidere ed inserita in una zona caratterizzata da focolai di ‘ndrangheta. Il nostro compito è quello di rispondere e soprattutto prevenire la commissione di delitti, come in questa occasione. Vibo resta al centro dell’attenzione della Dda ed è sintomatico che sette nuovi ispettori siano stati destinati alla squadra mobile vibonese”. Per il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri “è stato necessario intervenire perché la situazione che si stava incancrenendo ha trovato poi un momento acuto di tensione in una serie di azioni delittuose: dal tentato omicidio di Alessandro Nesci all’agguato consumato ai danni di Salvatore Inzillo e a quello ancora ai danni sempre di Nesci”.

Anche  Bombardieri ha parlato del “validissimo coordinamento di polizia giudiziaria ad opera dei pm Frustaci e Aliberti, che ha portato a far emergere la presenza di uno stato di tensione che si alimentava e veniva alimentato con profondo odio in maniera particolare dalle donne della famiglia nei confronti di Nesci, legato al gruppo dei Loielo, ritenuto il responsabile del delitto di Inzillo”. Nell’operazione sono stati impegnati circa 100 uomini. Per il questore Filippo Bonfiglio si è trattato della “conclusione di un’attività complessa, caratterizzata sempre da grande allarme a causa della costante sensazione che le persone indagate volessero effettivamente vendicare a tutti i costi l’uccisione del congiunto colpendo l’intero nucleo familiare dei Nesci. Avevano anche effettuato – ha aggiunto il Questore – la realizzazione di poligoni all’aperto per addestrarsi, sottrazione di telecamere e microspie che non avevano scoraggiato i propositi omicidiari”.

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