A cinque giorni dalla tragedia nel canyon del Raganello, costata la vita a dieci persone, Civita sta ancora lentamente tentando di tornare alla normalità. Piccoli segnali di ripresa cominciano a intravedersi.
Qualche turista, sicuramente non i tanti gruppi che in questo periodo invadevano la cittadina. Tra loro, poco prima della piazza principale, ci si imbatte in una famiglia: padre madre e due figlie. Vengono da Bologna e non è la prima volta che vengono qui. “Abbiamo fatto – dicono – giro in paese. La tragedia avrà avuto un impatto tragico sulla popolazione”. Più avanti una coppia di Brindisi e un’altra proveniente dalla Lombardia.
Nessun turista, invece, sul percorso che conduce alle gole e al Ponte del diavolo, luoghi sequestrati dalla magistratura e preclusi da un’ordinanza del sindaco. “Civita non è solo Gole – dice una signora proprietaria di un b&b – è tranquillità, ospitalità e natura incontaminata. Abbiamo prenotazioni che vanno fino a ottobre. Pochissime, invece, le disdette”.
A Civita qualche turista, ma non in gole
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