“La confessione” tratto dalla “Trilogia Gioachimita” di Adriana Toman che ne cura anche la regia, è di scena sabato 1° dicembre al TAU dell’Università di Arcavacata alle ore 20.30, prodotto dalla Fondazione Lilli in collaborazione con l’Associazione culturale Arciere
è incentrato sull’incontro tra Gioacchino da Fiore e l’imperatrice del Sacro Romano Impero Costanza d’Altavilla.
L’incontro avvenuto a Palermo diventa nel testo della Toman un’occasione per aprire un focus sulla condizione femminile nel corso dei secoli.
Costanza d’Altavilla è affidata ad una insuperabile Alessandra Chiarello che dipinge una sovrana illuminata capace di mantenere gli equilibri tra le diverse etnie e i diversi credo del bacino mediterraneo, ma anche una donna offesa che si apre e si sfoga con Gioacchino da Fiore per la violenza fisica e psicologica subita quando è stata costretta a lasciare il convento in età matura per sposare Enrico il figlio di Federico Barbarossa.
Una interpretazione potente e misurata per raccontare, come tante donne nella storia, sia stata usata e la sua volontà calpestata,ignorata la sua soggettività.
Gioacchino, affidato ad un immenso Marco Silani che veste i panni dell’abate florense come una seconda pelle, visto che il personaggio è stato costruito dall’autrice sulle sue corde, di fronte alla lucida analisi della donna, della sua imperatrice le offre degli spunti per indicare una via d’uscita al suo disagio interiore. Esorta a riflettere su quanto la proiezione della vita interiore di ognuno di noi che si ripercuota sul mondo che ci circonda: “La mente lasciata a sé stessa crea mostri, nei rapporti tra gli esseri viventi…tra l’uomo e la donna, tra l’uomo e la terra, tra l’uomo e tutto il creato.
La vita interiore di ognuno di noi si riflette nel rapporto che l’intera umanità ha con sé stessa e con la Natura.” Una strada percorribile da tutti, uomini e donne di buona volontà, per contribuire attraverso le proprie azioni a realizzare concretamente un’era di pace, giustizia e libertà in terra.
Aprono lo spettacolo una impeccabile Barbara Bruni nel ruolo di Donna Ignazia, dama di fiducia di Costanza ed un credibile Umberto Silani nel ruolo di Nadir, consigliere politico di etnia islamica, braccio destro del l’imperatrice.
Le scenografie 3D sono dinamiche, suggestive come la tecnologia oggi consente; evocative e tessute da un sempre raffinato Antonio Giraldi sui disegni del Liber Figurarum dell’abate florense. Il disegno luci è puntualmente curato da Paolo Carbone che sottolinea gli stati d’animo dell’azione scenica che in questa piéce sono quanto mai legati alle dinamiche interiori degli interpreti.
Allora era il 1198, oggi siamo nel 2018, grazie anche al potente messaggio di Gioacchino da Fiore, che ha segnato pensatori, esploratori e artisti, da Dante a Joyce, da Cristoforo Colombo a Michelangelo Buonarroti fino a Obama tanto è stato fatto : senza esserne pienamente consapevoli oggi viviamo nell’epoca con meno guerre dall’inizio del cammino dell’uomo. Oggi la guerra non è più considerata parte della normalità e tutti lavorano per il mantenimento di una pace più ampia il possibile, consapevoli che un conflitto su larga scala potrebbe all’estinzione della nostra specie. Allora Gioacchino e Costanza hanno dato il loro contributo proiettando nel tempo un messaggio di dialogo e pace più contagioso il possibile che continua a vivere ogni giorno e a portare i suoi frutti.