A tre anni dall’accordo di Parigi sul clima, è il momento di decidere le azioni concrete per affrontare il riscaldamento globale, contenere l’aumento della temperatura media globale entro i 2 gradi – meglio 1,5 – sino a fine secolo rispetto all’era preindustriale e prevenire eventi naturali estremi. E’ la polacca Katowice, nella regione dell’Alta Slesia famosa per le miniere di carbone, il luogo in cui dal 2 al 14 dicembre 30mila delegati dei Paesi della Conferenza mondiale dell’Onu sul clima (Cop24) cercheranno di indicare le azioni per un futuro libero da fonti fossili.
Sono impegni tarati sulle capacità dei singoli paesi – industrializzati, emergenti e in via di sviluppo – e da rivedere ogni cinque anni. Ma alla luce del recente rapporto degli scienziati dell’Ipcc (commissionato e approvato da tutti i governi che hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi) secondo cui restano solo 12 anni per agire in modo decisivo, serve una risposta politica chiara e forte.
La tappa polacca, lungo la strada verso il 2020 quando l’accordo di Parigi dovrà diventare operativo, viene ritenuta fondamentale perché si prevede un pacchetto di decisioni articolato su tre pilastri: adozione del “Rulebook” ossia le linee guida per rendere operativo l’Accordo di Parigi; impegno dei governi ad aumentare entro il 2020 gli attuali livelli di riduzione della CO2 (NDCs- Nationally Determined Contributions); adeguato sostegno finanziario ai paesi più poveri e vulnerabili per far fronte ai loro impegni di riduzione delle emissioni e poter adattarsi ai mutamenti climatici in corso.
“Servono impegni di riduzione delle emissioni molto più ambiziosi di quelli sottoscritti a Parigi, in modo da poter raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale”, avverte Mauro Albrizio, responsabile dell’ufficio europeo di Legambiente e osservatore dei negoziati sul clima, richiamando l’Emissions Gap Report appena pubblicato dall’Unep (il Programma ambientale dell’Onu) secondo cui bisogna triplicare gli sforzi fatti finora per ridurre le emissioni di gas serra, in modo da raggiungere un livello globale del 55% più basso rispetto a quello registrato nel 2017.
“Senza un’ambiziosa e drastica azione sul clima sarà impossibile mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi”, osserva Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia che sarà presente a Katowice.
La parola d’ordine, si sa ormai, è “decarbonizzare” non solo per contrastare i cambiamenti climatici ma per produrre benefici sociali ed economici: il rapporto della Commissione Globale su Economia e Clima stima una crescita economica di 26.000 miliardi di dollari, 65 milioni di nuovi posti di lavoro oltre a poter evitare 700.000 morti premature per l’inquinamento atmosferico già entro il 2030.
“Serve un segnale forte dall’Europa” rileva Albrizio avvertendo che “in Polonia si gioca molto del futuro dell’Accordo di Parigi. Non è ammesso un fallimento. E molto dipenderà dalla leadership che l’Europa saprà mettere in campo, in grado di superare il minimalismo della presidenza polacca”.
Alla cerimonia inaugurale, lunedì 3 dicembre, alla presenza del presidente della Repubblica della Polonia, Andrzej Duda, prenderanno parte molti capi di Stato e di governo; il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, interverrà in rappresentanza del governo italiano.