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“ARCEA: Un bando di concorso, una prospettiva di lavoro, un sistema temporaneamente inattivo”

Redazione

La Regione Calabria, da sempre inoperosa sul piano dell’occupazione giovanile, non si smentisce nemmeno questa volta alimentando, come dichiarato dalla stessa parlamentare Wanda Ferro, “un sentimento di sfiducia verso la capacità dell’amministrazione pubblica di selezionare il proprio personale attraverso procedure meritocratiche”. Un timore condiviso anche dai molti giovani calabresi partecipanti che, dopo essere venuti a conoscenza di un concorso pubblico presso l’Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (Arcea), (Il bando di concorso a cui ci riferiamo è il Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato di profili vari nelle categorie professionali D1 e C1 per n. 12 posti la stessa con sede in Catanzaro) e dopo aver versato la quota iniziale pari a venti euro (20,00 euro), o non sono riusciti a presentare la propria candidatura a tale bando, o dopo averlo fatto, non avuto più alcuna notizia sullo stesso. 

Difatti, da più di dieci giorni, pertanto in un termine di gran lunga anteriore alla scadenza naturale del bando che era prevista per il 3 ottobre 2018, il sistema impedisce la registrazione della candidatura con un messaggio firmato dal direttore dell’agenzia Nicolai, nel quale viene spiegato che ‘la procedura finalizzata alla presentazione delle domande è temporaneamente inattiva’ e che ‘al momento della sua riattivazione, i termini di scadenza verranno adeguatamente integrati’. Una nota che non può che turbare i tanti giovani calabresi, già sbalorditi dalle varie note chiarificatrici e le errate corrige pubblicate in successione dallo stesso ente, prima sull’errata indicazione riguardante valutazione dei titoli e dopo sull’ammissione con riserva dei candidati in possesso di un titolo superiore a quello richiesto, che hanno alimentato e non poco, i soliti e spesso fondati sospetti sulla trasparenza e legalità dello stesso bando. 

Pertanto, non possiamo che accordarci alla richiesta della stessa Wanda Ferro, chiedendo alla Regione ed Arcea di chiarire quali sono le ragioni che hanno determinato la disattivazione della procedura di presentazione della domanda e di comunicare le necessarie informazioni a coloro che hanno speso una cifra non irrisoria per potervi partecipare. 

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