Sentirsi tanto male da non riuscire a trovare sollievo, arrivando al punto di infliggersi ferite per provare sollievo: mentre la cronaca di riempie di notizie sullo spaventoso fenomeno del “Blue Whale”, il pericoloso rituale che ha lo scopo di condurre ragazzi fragili verso il suicidio, arrivano i risultati preliminari di un’indagine della Società Italiana di Pediatria, presentata in occasione del Congresso Nazionale in corso a Napoli. “I risultati dell’indagine confermano che l’adolescenza è un’età difficile, la novità è che le difficoltà emotive e comportamentali emergono sempre più precocemente. Come pediatri stiamo infatti osservando un’insorgenza sempre più precoce di alcuni problemi tipici dell’adolescenza”, afferma il presidente della SIP Alberto Villani.
La ricerca è stata condotta in collaborazione con gli uffici scolastici regionali che hanno invitato gli alunni a rispondere ad un questionario informatizzato. A questa richiesta hanno risposto in circa due mesi, più 10 mila ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, provenienti da tutte le regioni italiane.
Oltre la metà degli intervistati dichiara di essere stato (sempre, spesso, qualche volta) così male da non riuscire a trovare sollievo. E se a questa percentuale si aggiungono coloro che hanno sperimentato “raramente” questa sensazione si arriva a circa l’80% del campione. Il 15% del campione si è inflitto lesioni intenzionalmente spesso per trovare un sollievo (o per puro piacere). Circa un ragazzo su due ha sentito il bisogno di avere un sostegno psicologico, ma l’84,2% non si è rivolto a un servizio di aiuto psicologico e solo il 4,8% ha utilizzato quello della scuola.
Gli amici restano un punto fermo nei momenti di difficoltà: solo il 4% dei ragazzi non riceve mai il loro aiuto, circa il 70% lo riceve (spesso o sempre). Più bassa la percentuale (46%) di coloro che si rivolgono (sempre o spesso) ai genitori quando hanno una preoccupazione. Questi gli altri segnali di disagio rilevati dallo studio. Bullismo: lo ha subito uno su tre (in silenzio), ma altrettanti lo hanno praticato. Il 12% del campione è stato vittima di cyberbullismo e al 33% è capitato di subire atti di bullismo (il 20% raramente, l’8,4% qualche volta, il 3,3% spesso e il 2,1% sempre) ma la risposta quasi sempre è stata il silenzio: il 68% delle vittime non ne ha parlato con nessuno. E altrettanto ampia (circa il 33%) è la percentuale di coloro che dichiarano di aver preso parte a episodi di bullismo verso i compagni e le compagne. Fumo e alcol: il 37% fuma sigarette (abitualmente o occasionalmente), circa il 40 dichiara di essere arrivato a star male in seguito all’uso di bevande alcoliche. Sessualità: il 62,3% non ha ricevuto educazione sessuale da parte degli adulti, uno su tre (tra coloro che hanno già avuto rapporti) non usa mai contraccettivi, più della metà ha visualizzato materiale pornografico in rete e circa il 15% ammette di aver ricevuto proposte sessuali da parte di adulti attraverso siti e app. Smartphone: l’età media del primo smartphone è tra 10 e 12 anni, ma l’1,4% lo ha avuto anche a 5 anni e il 26% tra 6 e 10.
La maggioranza del campione utilizza i social per parlare con gli altri quando si sente solo. Alimentazione: il 28% del campione si vede in sovrappeso, ma solo l’11,7% lo è effettivamente secondo le valutazioni del pediatra. Il 53,2% fa colazione a casa, quasi la metà non fa sport, e di questi circa 1 su 3 (33,3%) ha abbandonato un’attività sportiva.
Autolesionismo, bullismo e web, è disagio dei teenager
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