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Bulgaria e Austria a timone Ue, 2018 in salita

Redazione

E’ scattata ufficialmente il primo gennaio la prima presidenza bulgara della storia dell’Ue, che ha raccolto il testimone dall’Estonia, mentre nel secondo semestre del nuovo anno sarà la volta del controverso neo governo di estrema destra austriaco a guidare l’Europa, e che alcuni politici hanno già chiesto di boicottare.

Sul tavolo restano da risolvere i dossier più spinosi: la questione dei migranti e la revisione del sistema d’asilo europeo, la Brexit e la riforma dell’eurozona e il futuro post 2020 dell’Ue. E’ l’orizzonte che si apre nel 2018 – l’ultimo anno utile prima delle elezioni europee del 2019 – per l’Unione europea.

Sullo sfondo si muovono una Francia sola al comando con Macron, una Germania con la Merkel indebolita che non è ancora riuscita a formare un governo, una Spagna in crisi politica senza precedenti con la Catalogna che chiede l’indipendenza, e una Polonia in rotta di collisione con Bruxelles che ha avviato una procedura dall’impatto ‘nucleare’ per il mancato rispetto dello stato di diritto.

Incombono poi le elezioni in Italia, il cui esito è atteso con apprensione in Europa, ma anche le legislative in Ungheria e le presidenziali in Repubblica ceca.

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