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CODACONS INVOCA L’ESERCITO NEGLI OSPEDALI CALABRESI

Redazione

Viaggio ai confini della civiltà. Succede in Calabria dove nelle sale dei Pronto Soccorso i sanitari sono costretti ad utilizzare mezzi di fortuna per curare i pazienti.
Oggi a ricordare il livello da “terzo mondo” della sanità calabrese è il caso del cartone al posto del gesso a Reggio Calabria, ieri era il turno di una mozzarella usata al posto del ghiaccio a Catanzaro.
Storie che vengono fuori solo grazie a giornalisti coraggiosi, come quelli del “Corriere della Calabria” nel primo caso e “CatanzaroInforma” nel secondo.
Sullo sfondo continuano a rimanere i Calabresi, le vere vittime dello sfascio della sanità. Quelli che attendono anche 48 ore per essere visitati, quelli che subiscono il valzer degli sprechi sulla loro pelle. Quelli che assistono a concorsi farsa, tanto da dover essere sospesi in attesa che cessi il clamore mediatico.
Qui non si tratta di crocifiggere i sanitari – sostiene il Codacons – il pesce “puzza” dalla testa. Una sanità commissariata che non riesce a garantire cure sanitarie dignitose per i Cittadini. Il fallimento del commissario nominato dal Governo con il compito di risanare il servizio sanitario calabrese è sotto gli occhi di tutti.
Il convento è povero – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – ma i monaci sono ricchi…tanto ricchi.
Intanto i Calabresi che hanno bisogno di cure fuggono altrove. Chi è costretto – o non può permettersi di pagarsi le cure – deve rassegnarsi ad una situazione di emergenza.
La quotidianità racconta una agghiacciante normalità: pazienti sistemati sulle barelle nei corridoi, attese bibliche, farmaci che mancano, ricoverati che devono portarsi anche le lenzuola da casa …
I nostri Pronto Soccorso – si chiede il Codacons – sono peggio degli ospedali da campo in tempo di guerra ? Allora vuol dire che siamo in guerra. Ed è doveroso che intervenga l’esercito per garantire un doveroso servizio sanitario ai Cittadini.
Un presidio di legalità per garantire il rispetto della dignità umana… mentre qualcuno litiga su come spartirsi la torta.

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