Antonio Urso, in qualità di Presidente FIPE (Federazione Italiana Pesistica) e Presidente EWF (federazione Europea Weightlifting), non smettere di combattere e credere nei sani valori dello sport!
Questo è il mio pensiero in riferimento alla notizia di qualche giorno fa sull’esclusione da parte del CIO, di pugilato e pesi dalle Olimpiadi di Tokyo 2020. Una notizia che rientrerebbe tra le brutte pagine dello sport, cancellando la storicità di alcune discipline come la pesistica, risalenti ad Atene 1896.
La questione, di natura elettiva, mette in primo piano le dimissioni dall’Aiba (associazione internazionale boxe amatori) di Ching – kuo Wu al quale seguirebbe l’uzbeko Gaffour Rakhimov, descritto dal Guardian come “uno dei principali criminali del suo paese”.
Moralmente sarebbe un fallimento investirlo del ruolo che lo vedrebbe diventare il numero uno della boxe olimpica; saltando il pugilato, infatti, potrebbe cancellarsi definitivamente anche il sollevamento pesi da Tokyo 2020.
Antonio Urso ha sempre combattuto la crisi etico – morale del sollevamento pesi in Italia, non abbattendosi per l’ultimo positivo risalente al 2003, tentando di opporsi, con il buon esempio, alla crescente percentuale degli atleti dopati negli altri Paesi (Azerbajan, 11 atleti su 13 sono risultati positivi ai controlli antidoping).
Ipotizzare la cancellazione da parte del CIO rappresenterebbe un enorme fallimento soprattutto per le giovani generazioni, inserite in contesti sani, lontani dal losco giro di denaro e dall’abuso di sostanze illecite.
Il volto dello sport, quello vero, quello pulito, quello innocente e realmente competitivo deve essere tutelato.
Antonio Urso, combatti!